Ci sono artisti che rimangono chiusi nei loro studi, lontani dal mondo. E poi c’è Francesco Vezzoli, che dell’intreccio tra arte, cultura pop, cinema, politica e memoria collettiva ha fatto la sua cifra più riconoscibile.
Un artista che divide, che affascina, che provoca. Uno che ha trasformato il ricamo in un gesto concettuale e ha portato dive hollywoodiane nella Biennale di Venezia con la stessa naturalezza con cui altri appendono un quadro al muro.
Ecco un ritratto completo, umano e narrativo, dell’artista bresciano che da oltre vent’anni anima il dibattito internazionale.
Età e origini
Francesco Vezzoli è nato nel 1971 a Brescia.
Racconta spesso di aver capito presto quale sarebbe stata la sua strada: in un’intervista ha detto che “a quattro anni sapevo già chi ero”, frase che riassume bene la lucidità e la determinazione con cui ha costruito la sua identità artistica.
La formazione: Londra e il Central Saint Martins
Il suo percorso passa per uno dei luoghi più iconici dell’arte contemporanea: la Central Saint Martins School of Art di Londra, dove studia dal 1992 al 1995.
È lì che sviluppa un linguaggio personale, ironico, colto e allo stesso tempo pop, capace di far convivere riferimenti alla classicità greca con il gossip hollywoodiano e la tv generalista.
Una carriera internazionale
Vezzoli non è un artista “da nicchia”: i suoi lavori sono stati esposti nei musei più importanti del mondo.
Tra questi:
- Tate Modern di Londra
- Guggenheim Museum di New York
- MOCA di Los Angeles
Ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia (2001, 2005, 2007) e ha firmato alcuni dei progetti più discussi degli ultimi anni, spesso giocando con l’identità delle celebrità e con la costruzione del mito mediatico.
Le sue opere mescolano:
- video
- installazioni
- performance
- ricamo e uncinetto
- fotografia
- scultura
Questo mix, apparentemente contraddittorio, è la chiave del suo successo: Vezzoli costruisce cortocircuiti visivi e culturali, unendo ciò che nella percezione comune non dovrebbe stare insieme.
Leggi anche: Vania Da Silva, chi è? Matrimonio, marito e figli, vedova di Marco Pincin
Lo stile e i temi ricorrenti
Il suo linguaggio è facilmente riconoscibile: diva, paillettes, cultura pop, politica, sacro e profano, il mondo dello spettacolo, la nostalgia delle icone perdute.
Le “lacrime ricamate” su centrini all’uncinetto sono diventate un suo marchio distintivo: un modo per fondere tradizione casalinga e immaginario glamour.
Un esempio recente è la mostra “Vita Dulcis” (2023) al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dove ha riletto l’Impero romano con lo sguardo del presente, tra desiderio, paure e miti collettivi.
Vita privata
Riservato, sfuggente, lontano dal gossip pur giocando costantemente con i codici del gossip stesso.
Vezzoli non è sposato e non ha figli.
Ha dichiarato in passato di non aver mai provato attrazione verso le donne e di aver vissuto una giovinezza più interessata ai classici greci che alle relazioni sentimentali.
È una figura che si racconta a tratti, tra frasi taglienti e piccoli indizi lasciati nelle interviste, mai in modo completamente trasparente.
Il privato resta privato, anche quando l’opera mette a nudo tutto il resto.
Dove vive e lavora
Divide il suo tempo tra Milano e vari centri internazionali dell’arte contemporanea.
Il suo studio è spesso descritto come un luogo dove antico e moderno convivono senza gerarchie: statue classiche, televisori accesi, riviste, ricami, riferimenti cinematografici e libri d’arte.
Curiosità su Francesco Vezzoli
- È uno degli artisti italiani più ricercati sul mercato contemporaneo.
- Il suo lavoro sul ricamo è iniziato come gesto affettivo verso la nonna.
- Ama mescolare citazioni alte e basse: da Pasolini a Novella 2000.
- In alcune performance ha coinvolto star del cinema internazionale, creando finti trailer, finti referendum politici e finte campagne elettorali.
- Una volta ha raccontato che, da adolescente, leggeva più riviste di gossip che manuali scolastici.
Perché è un artista centrale nel panorama italiano
Vezzoli è uno dei rari nomi italiani capaci di parlare una lingua internazionale senza perdere radici nel nostro immaginario.
È un ponte tra arte accademica e cultura pop, tra sofisticazione estetica e ironia.
Piace ai musei, ai curatori, ai media e al pubblico più ampio perché riesce a essere complesso senza risultare elitario, provocatorio senza essere caotico.
FAQ su Francesco Vezzoli
Quanti anni ha?
È nato nel 1971.
Da dove viene?
Da Brescia.
Perché è famoso?
Per le sue opere che uniscono arte contemporanea, cultura pop e tecniche tradizionali come il ricamo.
Ha partecipato alla Biennale di Venezia?
Sì, in più edizioni.
È sposato? Ha figli?
No, la sua vita privata è molto riservata.
Qual è il suo segno distintivo?
Le lacrime ricamate su centrini a uncinetto e l’uso delle icone pop.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






