Il professore Luca Vaienti si è spento per sempre, lasciando dietro di sé una grande eredità umana, ricca di conoscenza ed esperienza. Apprendiamo la notizia grazie a un post della Società Italiana di Microchirurgia.

La carriera del celebre professore Luca Vaienti
La sua lunga e brillante carriera rappresenta il percorso di un chirurgo plastico e microchirurgo che ha dedicato ogni energia allo sviluppo della disciplina. E soprattutto alla cura dei pazienti. Dopo essersi laureato a Parma e aver conseguito una doppia specializzazione, ha ampliato i propri orizzonti. Grazie soprattutto alle esperienze internazionali di eccellenza. Ha lavorato tra Nancy, Strasburgo e San Francisco attivamente. Riuscendo a portare in Italia un approccio innovativo alla chirurgia plastica. Ma anche alla chirurgia della mano e alla microchirurgia.
Ha letteralmente guidato l’espansione della Chirurgia Plastica:
- prima al Policlinico San Donato
- e successivamente all’IRCCS Galeazzi – Sant’Ambrogio
riuscendo a trasmettere metodo e passione a tutti coloro che facevano parte della sua cerchia. Diciannove anni fa poi, diventò il Direttore della Cattedra di Chirurgia Plastica presso l’Università degli Studi di Milano. E anche lì, ha lasciato un segno profondo nella formazione delle nuove generazioni di medici.
Le sue pubblicazioni e l’entrata nell’Académie Française de Chirurgie come primo chirurgo plastico italiano sono la prova eterna del prestigio internazionale raggiunto grazie al suo impegno e talento.
Un’eredità professionale, ma soprattutto umana
Ma ciò che rimarrà più impresso in noi sarà la memoria della persona: la sua disponibilità , l’entusiasmo contagioso e la dedizione sincera verso la comunità scientifica della SIM, di cui è sempre stato partecipe con spirito costruttivo e attiva presenza. Lo salutiamo oggi con profonda commozione e ci stringiamo con affetto alla sua famiglia, a cui rivolgiamo il nostro più sentito cordoglio.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
Quello che contraddistingue il mio lavoro è l’idea di cos’è che si cela dietro una notizia: un’informazione.
Ma le informazioni non sono tutte uguali. Se ti arriva un’informazione e da essa non piangi, non ridi, non respiri, non ti disperi o non gioisci, essa non ti serve a nulla.
Perché l’informazione è la libertà di un popolo. Ed é nelle nostre emozioni che si avverte la vera essenza della libertà .
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