Dopo mesi di trattative, il rinnovo del contratto scuola è finalmente realtà.
La firma è arrivata nelle scorse ore all’ARAN, e riguarda oltre un milione di lavoratori tra docenti e personale ATA.
Il Ministero dell’Istruzione ha annunciato aumenti medi di 150 euro lordi al mese, ma la reazione del mondo della scuola è tutt’altro che univoca.
Molti insegnanti, sui social, fanno notare che l’aumento reale — quello che si vedrà in busta paga — sarà molto più basso.
Cosa prevede il nuovo contratto
Il rinnovo copre il triennio 2022-2024, con risorse pari a circa 3 miliardi di euro complessivi.
Gli aumenti medi per i docenti variano tra 52,74 e 87,43 euro netti al mese, mentre per il personale ATA si parla di circa 110 euro lordi.
Gli arretrati possono arrivare fino a 2.000 euro per chi ha maturato piena anzianità nel periodo.
La novità più rilevante è l’adeguamento della Retribuzione Professionale Docenti (RPD) e del Compenso Individuale Accessorio (CIA), che verranno ricalcolati in base alle nuove tabelle economiche.
Le differenze tra docenti e ATA
Non tutti beneficeranno allo stesso modo del rinnovo.
Un insegnante con oltre 20 anni di anzianità potrà vedere in busta paga circa 185 euro lordi in più, mentre un neo-assunto riceverà meno della metà.
Il personale amministrativo e tecnico (ATA) resta invece in coda, con aumenti medi più contenuti.
Una disparità che, come spiegano i sindacati, rischia di ampliare il divario interno e non risolvere il problema del potere d’acquisto.
Le reazioni dei sindacati
La FLC CGIL non ha firmato il contratto.
In una nota, il segretario Francesco Sinopoli ha definito gli aumenti “insufficienti rispetto all’inflazione accumulata” e ha accusato il governo di “voler archiviare un tema strutturale con un semplice ritocco di cifre”.
Diversa la posizione di CISL Scuola e UIL, che parlano di “un passo avanti concreto dopo anni di attesa”.
Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, ha commentato che il rinnovo “apre la strada a un nuovo patto con gli insegnanti, da valorizzare anche nel prossimo triennio”.
Quando arriveranno gli aumenti
Gli arretrati dovrebbero essere versati entro dicembre 2025, mentre gli aumenti ordinari saranno visibili nelle buste paga di gennaio.
Il Ministero ha promesso tempi rapidi, ma le scuole dovranno aggiornare manualmente le tabelle retributive e trasmetterle ai vari uffici del Tesoro.
Resta da chiarire se anche le indennità di posizione e di funzione verranno adeguate subito o nel corso del 2026.
Cosa cambia per il triennio 2025-2027
Con la firma di oggi si chiude una fase, ma se ne apre subito un’altra.
L’ARAN e le sigle sindacali avvieranno già a dicembre il tavolo per il prossimo contratto, quello del triennio 2025-2027.
Secondo Valditara, l’obiettivo sarà “portare lo stipendio medio di un docente italiano più vicino alla media europea”.
Un traguardo ambizioso, se si considera che, oggi, l’Italia resta tra i Paesi OCSE con gli stipendi più bassi dopo dieci anni di blocchi e tagli.
Le voci dal mondo della scuola
Sui forum e nei gruppi Telegram degli insegnanti, il commento più diffuso è uno solo: «Non basta».
Molti docenti lamentano che gli aumenti netti “non coprono neanche il costo dell’inflazione”, mentre altri apprezzano almeno la certezza di un pagamento retroattivo.
Una maestra di Torino scrive: “Aspettavamo questo rinnovo da tre anni. È un passo, ma piccolo.
Chi lavora nella scuola sa che la dedizione vale molto più di cento euro.”
Cosa resta da fare
Il nodo vero resta la valorizzazione della professione docente.
Gli aumenti, seppur apprezzabili, non bastano a rendere competitivo un settore che continua a perdere giovani talenti a favore di altri impieghi.
Senza un piano strutturale di incentivi e progressioni di carriera, il rischio è che il prossimo rinnovo — già in vista — debba ripartire da zero.
FAQ aggiornate al 6 novembre 2025
Quando entrano in vigore gli aumenti per i docenti?
Gli aumenti saranno visibili nelle buste paga di gennaio 2026, con arretrati entro dicembre 2025. (Fonte: Tecnica della Scuola)
Di quanto aumenta lo stipendio di un insegnante di scuola media?
Tra 55 e 90 euro netti mensili, in base all’anzianità.
Chi riceve gli arretrati più alti?
I docenti con oltre 20 anni di servizio: fino a 2.000 euro lordi.
Il personale ATA avrà lo stesso aumento?
No, gli incrementi sono mediamente inferiori: circa 110 euro lordi al mese.
La CGIL ha firmato l’accordo?
No, la FLC CGIL non ha sottoscritto il contratto ritenendo gli aumenti insufficienti.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






