Andrea Gal e la maxi truffa: la veritĂ  emersa dopo anni sull’escort che nascose 5 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate

Giorgia Tedesco

Ricordate il caso di Andrea Gal? Per quindici anni la donna è rimasta irrintracciabile. Rendendo dunque impossibile il proseguimento del processo a suo carico. L’accompagnatrice di lusso era riuscita ad accumulare una fortuna di cinque milioni di euro grazie ai suoi clienti. Fra cui calciatori, imprenditori e politici.

La maxi truffa di Andrea Gal

Tuttavia, non aveva mai dichiarato questi guadagni al fisco italiano, motivo per cui nel duemila quindici era stata chiamata a rispondere del reato di evasione fiscale. Quello legato al reddito derivante dalla sua attività. Gal non ha mai presenziato alle udienze e ora non sarà più tenuta a farlo, poiché il reato è caduto in prescrizione dopo quindici anni. Oggi, la quarantacinquenne vive negli Emirati Arabi Uniti. Più probabilmente a Dubai. Luogo dove avrebbe stabilito la sua residenza utilizzando quanto avuto dai suoi facoltosi clienti.

Dieci anni fa avrebbe abbandonato Rimini per sfuggire alle autorità italiane, lasciando che il suo avvocato Stefano Caroli si presentasse in tribunale al posto suo. Utilizzando questa strategia, è riuscita a evitare una condanna che altrimenti sarebbe stata praticamente inevitabile. L’unica occasione in cui è comparsa davanti ai giudici risale a dieci anni orsono, quando fu accusata di rapina. Sembra non avesse restituito 100,00 € versati come anticipo da un uomo. In quella circostanza, si dichiarò innocente e, con tono sarcastico, sostenne che non avrebbe avuto alcun bisogno di commettere rapine, considerando che il suo conto corrente ammontava a 800,00 mila euro.

Il banco di difesa: la prostituzione non è legalizzata, ma l’imputata voleva pagare

La difesa rispetto all’accusa di evasione fiscale si è dimostrata più fragile. Il legale della donna ha dichiarato nell’ultima udienza dello scorso anno che Gal avrebbe cercato più volte di mettersi in regola, ma l’impossibilità di aprire una partita IVA per la sua attività le avrebbe impedito di farlo. Almeno all’epoca dei fatti. Parallelamente all’assenza dall’Italia, ha contribuito a complicare le indagini lo spostamento dei fondi evasi in altri paesi. Il denaro sarebbe transitato a San Marino con l’aiuto di un bancario locale che fu inizialmente sotto inchiesta. Poi, però, venne prosciolto, poiché il reato di evasione fiscale fu introdotto nella piccola repubblica solo nel 2013. Parte del patrimonio sarebbe passato anche per il Principato di Monaco, per poi riunirsi infine nelle mani della Gal. Al momento, la Guardia di Finanza non ha strumenti per agire sul tesoro ormai fuori dalla portata delle autorità italiane.