Niko Pandetta è tornato libero. O quasi. Il cantante neomelodico catanese, 32 anni, nipote del boss mafioso Salvatore “Turi” Cappello, ha lasciato il carcere di Cagliari per essere trasferito in una comunità in Calabria, dove continuerà a scontare la sua pena. La decisione arriva direttamente dal Tribunale di Sorveglianza del capoluogo sardo, come riporta MeridioNews.
Un passo importante, che segna la fine di una lunga detenzione e l’inizio di una fase di reinserimento. Pandetta stesso ha confermato la notizia sui social, pubblicando un video che lo mostra all’uscita dal penitenziario con una semplice didascalia:
“Sono tornato.”
La condanna e gli anni dietro le sbarre
La vicenda giudiziaria di Niko Pandetta parte nel 2022, quando viene arrestato a Milano in esecuzione di una condanna definitiva a quattro anni e cinque mesi per spaccio di droga ed evasione.
Il provvedimento arriva dopo che la Cassazione aveva respinto il suo ricorso, rendendo la pena esecutiva. Da quel momento, il cantante è stato trasferito in diverse strutture: prima a Rossano (in Calabria), poi nel carcere di Uta, in Sardegna, dove ha trascorso l’ultima parte della detenzione.
Durante il periodo in cella, il suo nome è tornato spesso nelle cronache. A maggio 2025, il trapper Baby Gang aveva mostrato un video di Pandetta sul maxi-schermo durante un concerto a Catania, scatenando un caso mediatico.
La Polizia Penitenziaria, intervenuta subito dopo, aveva trovato un telefono cellulare nella cella del cantante, portando a un suo trasferimento in regime di alta sorveglianza per sei mesi.
Chi è davvero niko pandetta
Nato a Catania nel 1991, Niko Pandetta (vero nome Vincenzo Pandetta) è una delle figure più controverse della nuova scena musicale del Sud.
Cresciuto nel quartiere di Cibali, ha cominciato come cantante neomelodico, per poi fondere quel mondo con la trap e il linguaggio urbano. Il suo brano più famoso, Pistole nella Fendi, ha superato milioni di visualizzazioni su YouTube, diventando un simbolo di quella Napoli e Catania di periferia che mescolano musica, strada e provocazione.
Ma accanto al successo, non sono mai mancate le ombre: la parentela con il boss Turi Cappello, leader storico dell’omonimo clan, e i testi giudicati troppo espliciti, spesso accusati di romanticizzare la criminalità.
Lui si è sempre difeso parlando di “arte e verità”, sostenendo di raccontare la realtà che lo circonda, senza volerla esaltare.
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Dal carcere alla comunità
Il provvedimento che gli ha permesso di lasciare il carcere non significa libertà piena: Pandetta continuerà a scontare la pena in una comunità calabrese, dove seguirà un percorso di recupero e reinserimento sociale.
Una scelta che i giudici hanno motivato come “opportunità di rieducazione e reinserimento progressivo nella società”.
Sul suo profilo social, intanto, il cantante ha ringraziato i fan per il sostegno e promesso nuova musica: “Mi avete aspettato, ora torno a scrivere.”
Vita privata e curiosità
Della sua vita sentimentale si sa poco. In passato si era parlato di relazioni con ragazze del mondo dei social, ma non risulta una fidanzata ufficiale.
Oggi, il suo obiettivo sembra essere uno solo: ricominciare.
Dopo anni difficili, processi e trasferimenti, Pandetta potrebbe finalmente trasformare la sua storia in qualcosa di diverso.
Faq
Perché Niko Pandetta è stato arrestato?
Per spaccio di droga ed evasione. La condanna definitiva è di quattro anni e cinque mesi.
Perché ha lasciato il carcere di Cagliari?
Per decisione del Tribunale di Sorveglianza, che ha autorizzato il suo trasferimento in una comunità in Calabria, dove continuerà a scontare la pena.
È libero?
No, ma si trova in regime alternativo alla detenzione: non più in cella, ma sotto controllo in comunità.
Ha una fidanzata?
Non ci sono informazioni ufficiali su relazioni sentimentali attive.
Tornerà a fare musica?
Sì, lo ha lasciato intendere lui stesso nel video pubblicato dopo la scarcerazione: “Sono tornato”.
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