E’ morto Alberto Sabatini. Si è spento a Milano il gioielliere che ha segnato la storia della città con il suo talento e le sue creazioni iconiche. Tra tutte, spicca l’ape-spilla, simbolo dell’eleganza milanese, ispirata alla tecnica della “sertie mystérieuse”, un metodo d’incastonatura invisibile apprezzato a livello internazionale.
Chi era Alberto Sabbadini?
Sabbadini era un punto di riferimento non solo per la sua clientela esclusiva ma anche per il legame profondo tra la sua arte e la città . Fondata nei primi anni del Novecento in Spagna da Alberto Esquenazi, importatore di diamanti, la maison Sabbadini prese forma a Milano negli anni ’40 grazie al genero Bruno Sabbadini. Alberto assunse il comando nel 1967, segnando l’inizio di un’epoca di innovazione e prestigio.
Dai laboratori di via Montenapoleone al successivo spostamento in via Sant’Andrea 5, Sabbadini trasformò l’impresa di famiglia in una vetrina dello stile milanese, accogliendo notabili, celebrities e amanti del lusso. L’ape-spilla nacque negli anni Ottanta da un’intuizione personale: Sabbadini la concepì per la moglie Stefania, grande promotrice delle sue creazioni e autentica ambasciatrice del brand. L’ispirazione arrivò dalla passione di Alberto per l’arte napoleonica, dato che l’imperatore aveva scelto proprio l’ape come suo simbolo.
Non un semplice gioiello: un’innovazione amatissima
Questo prezioso gioiello divenne rapidamente un oggetto del desiderio non solo tra le dame milanesi ma anche tra star internazionali come Jennifer Lopez. Alberto Sabbadini raccontava spesso come la “sertie mystérieuse”, una tecnica perfezionata dalla prestigiosa gioielleria francese negli anni ’30, fosse l’anima delle sue creazioni: grazie a essa, pietre come zaffiri e rubini sembrano incastonarsi l’una accanto all’altra senza segni visibili. Questo procedimento non solo arricchiva le spille, ma trovava nuova vita negli orecchini Baby Bee, un’idea della figlia Micol che reinterpretava il design della nonna con gusto delicato e raffinato.
Le linee tonde e femminili sono state il marchio distintivo delle sue collezioni. Sabbadini rifuggiva infatti le forme troppo geometriche e fredde, preferendo uno stile classico che evocava eleganza e intimità . Ciò lo consacrò nel cuore delle donne milanesi: le sue api diventavano compagne imprescindibili durante eventi memorabili come le prime alla Scala o celebrazioni familiari.
Una casa e nessun’altra: Milano
Nonostante le richieste di espansione internazionale, Sabbadini rimase fedele alla sua Milano, servendo una clientela composta da famiglie di spicco lombarde, come i Moratti e i Berlusconi, senza trascurare un pubblico estero esclusivo, grazie a punti vendita temporanei in luoghi prestigiosi come il Palace di Saint Moritz o il Cala di Volpe a Porto Cervo.
I figli del grande gioielliere Alberto Sabbadini
Oggi, il lascito di Alberto Sabbadini vive attraverso i figli Micol e Pierandrea. Lei, direttrice creativa, continua a dare forma ai gioielli con lo stesso spirito artigianale; lui, amministratore delegato e gemmologo, guida il marchio con attenzione al patrimonio artigianale italiano contro le sfide dei grandi gruppi internazionali. La maison Sabbadini rimane così un emblema della “milanesità ” che coniuga tradizione, autenticità e classe senza tempo.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
Quello che contraddistingue il mio lavoro è l’idea di cos’è che si cela dietro una notizia: un’informazione.
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