Federico Bastianello è morto. Ne hanno dato la triste notizia i genitori, le sorelle Giorgia, Emma e Jasmine, i nonni Angelo e Alice, il nipotino Filippo, il cognato, gli zii, i cugini e tutti gli amici. Una perdita giovane, silenziosa, letale: un dolore indescrivibile che nessuno, e diciamo nessuno, dovrebbe mai provare in alcun modo. Nulla in tutto questo appare giusto. Nulla.
I funerali di Federico Bastianello
I funerali saranno celebrati mercoledì 29 alle ore 10:00. Presso la Chiesa Parrocchiale Corpus Domini di Mestre. Il giovane arriverà dall’obitorio dell’ospedale civile dell’Angelo di Mestre e, dopo il rito funebre, sarà accompagnato al cimitero. Quello di Zelarino.
Il cordoglio per il giovane di Mestre
Ci sono momenti in cui trovare le parole giuste sembra impossibile. Diventa un atto difficile, faticoso, quasi innaturale. Anche scrivere ora dà l’impressione di essere fuori luogo. Il web è colmo di messaggi in questo momento: amore, affetto, stima, dolore, dispiacere, rabbia. Tutti sembrano sopraffatti dal peso delle emozioni, sia quelle luminose che quelle più oscure. Leggere e osservare tutto questo amore condiviso potrebbe offrire un certo sollievo, persino un po’ di conforto.
Un ricordo che neppure la morte cancella
Un’affermazione silenziosa di come la morte non cancelli ciò che portiamo nel cuore, non intacchi ciò che abbiamo amato e continuiamo ad amare. Quei sentimenti rimangono, impressi nelle vene, nell’anima, nelle parole scritte su carta o nei blog. Tuttavia, neanche questo sembra bastare a placare quella sensazione di ingiustizia che ci divora dall’interno. Persiste, stagnante e opprimente. L’unica consolazione, seppur fragile, resta nel vedere quanto Federico Bastianello fosse profondamente amato e rispettato. In questo momento però, appare poco più di un conforto insufficiente.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
Quello che contraddistingue il mio lavoro è l’idea di cos’è che si cela dietro una notizia: un’informazione.
Ma le informazioni non sono tutte uguali. Se ti arriva un’informazione e da essa non piangi, non ridi, non respiri, non ti disperi o non gioisci, essa non ti serve a nulla.
Perché l’informazione è la libertà di un popolo. Ed é nelle nostre emozioni che si avverte la vera essenza della libertà .
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