E’ morto il piccolo Francesco a Vibo Valentia, il bambino schiacciato da una trave al parco urbano

Serena Comito

E' morto il piccolo Francesco a Vibo Valentia, il bambino schiacciato da una trave al parco urbano

Non sono notizie che vorremmo mai raccontare. Non lo vorrebbero i genitori, i cittadini, nessuno. Eppure, a volte, il dolore irrompe nelle cronache senza chiedere permesso, e ci si ritrova tutti a fare i conti con l’impotenza.
A Vibo Valentia, la vita di un bambino di appena tre anni e mezzo si è spezzata nel modo più ingiusto: schiacciato da una trave nel parco urbano cittadino. Un evento che scuote nel profondo, lasciando una scia di domande e rabbia.

La giornata maledetta: cosa è successo davvero?

Era il 5 settembre, una giornata come tante. Nel parco urbano di Vibo Valentia, famiglie e bambini si godono gli ultimi giorni d’estate. Nessuno immagina che la tranquillità possa trasformarsi, all’improvviso, in tragedia.
Una trave, parte di una struttura pubblica, cede senza preavviso e finisce addosso a un bimbo piccolo, che stava giocando poco distante dai genitori. L’impatto è devastante: il piccolo resta schiacciato, privo di sensi, davanti agli occhi attoniti di chi era lì.

Lo sapevi che il parco era stato riqualificato da poco? E che, secondo le prime testimonianze, la struttura dove è avvenuto l’incidente non avrebbe nemmeno dovuto essere accessibile ai bambini? Ecco uno dei tanti paradossi italiani: giochi nuovi, cartelli che invitano alla prudenza, ma nessuna reale barriera a tutela dei più piccoli.

I soccorsi, la speranza, il viaggio disperato verso Roma

Scatta la corsa contro il tempo. I sanitari arrivano, trasportano d’urgenza il bambino all’ospedale Jazzolino di Vibo. Lì, i medici fanno il possibile: il piccolo viene operato per una grave emorragia interna, soprattutto al fegato. È lotta vera per la vita, una di quelle che si combattono in silenzio, tra speranze e sguardi che non si incontrano mai.

Ma la situazione è disperata. Il giorno dopo, un volo militare porta il bimbo al Bambino Gesù di Roma, nel tentativo estremo di dargli una possibilità in più. Si aggrappa alla vita in terapia intensiva pediatrica per giorni, circondato dall’amore della famiglia e da una comunità che prega e attende notizie.

L’epilogo che nessuno avrebbe voluto

Il 10 settembre arriva la notizia che nessuno avrebbe mai voluto ascoltare: il bimbo non ce l’ha fatta. Il suo cuore ha smesso di battere dopo cinque giorni di agonia. Un dolore che attraversa la città, la Calabria intera, e oltre. È impossibile non pensare: “E se fosse successo a mio figlio? E se si potesse evitare tutto questo?”

In questi casi, ci si chiede sempre il perché. Perché una trave dovrebbe cedere? Perché in un luogo pensato per giocare non ci sono protezioni vere? Sono domande che, per i genitori, restano come macigni.

Le indagini: chi doveva vigilare?

La Procura di Vibo Valentia ha aperto un’inchiesta. Il parco, di recente ristrutturazione, è stato posto sotto sequestro. Si cerca di capire se tutto fosse in regola: dalla manutenzione alla posa delle strutture, fino alle responsabilità di chi doveva garantire la sicurezza.

Si scopre che su quella struttura c’era un cartello: destinazione d’uso “adulti con supervisione”, ma senza barriere vere, né sorveglianza fissa. Non è curioso che, ancora oggi, in Italia si investano soldi pubblici in spazi dedicati ai bambini, senza però garantire il minimo indispensabile per la loro incolumità?

Una città sotto shock, una famiglia nel silenzio

Vibo Valentia si stringe intorno alla famiglia, ma le parole non bastano. C’è chi accende una candela, chi scrive una lettera, chi semplicemente resta in silenzio, incapace di trovare un senso. Il piccolo, di appena tre anni e mezzo, aveva ancora tutta la vita davanti.
Non ci sono frasi giuste in questi casi. Forse l’unico dovere, ora, è pretendere verità e giustizia, perché nessun altro bambino si trovi mai nella stessa situazione.

FAQ

Quando è avvenuto l’incidente?
Il 5 settembre 2025, nel parco urbano di Vibo Valentia.

Com’è successo l’incidente?
Il bambino è stato travolto e schiacciato da una trave che ha improvvisamente ceduto, mentre giocava all’interno del parco.

Cosa si sta facendo per accertare le responsabilità?
La Procura ha avviato un’inchiesta, il parco è sotto sequestro e si stanno analizzando tutte le documentazioni relative alla manutenzione e sicurezza della struttura.

Il parco era sicuro?
Secondo le prime verifiche, c’era un cartello che suggeriva la presenza di adulti, ma mancavano barriere vere e proprie per impedire l’accesso ai bambini. Le indagini sono ancora in corso.

Dove è morto il bambino?
Dopo il primo ricovero a Vibo, il piccolo è stato trasferito al Bambino Gesù di Roma, dove è deceduto il 10 settembre.