Flat tax al 5% sugli straordinari: come funziona?

Roberto Rossi

Una flat tax al 5% sugli straordinari è lo strumento che il governo sta valutando in questi giorni per alleggerire il carico fiscale sui lavoratori e incrementare il netto nelle loro buste paga. Ma come funzionerà?

Come funziona la nuova flat tax al 5%

Sebbene la nuova flat tax al 5% sugli straordinari sia ancora in fase di definizione, possiamo anticipare che Palazzo Chigi ha in mente di applicare un’imposta sostitutiva sul lavoro extra, con un’aliquota speciale meno onerosa di quella dell’IRPEF ordinaria, fino a un massimo di 3.000 euro e riservata a redditi fino a 80.000 euro l’anno.

Ricordiamo invece che oggi l’aliquota è applicata in misura ordinaria e varia dunque in base allo scaglione di reddito: dal 23% al 43%, a cui aggiungere le addizionali regionali e comunali.

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A chi conviene

A trarre vantaggio da questa flat tax al 5% sono soprattutto i dipendenti con redditi medio bassi o medio lati, che fanno un utilizzo regolare degli straordinari. Per queste persone, infatti, l’incremento del netto in busta paga sarebbe tangibile anche senza impattare sulla contribuzione previdenziale.

Invece, rimarrebbero esclusi sia i lavoratori autonomi che i professionisti, oltre che – per tipologia contrattuale o aziendale – non hanno accesso a straordinari formalizzati. Chi percepisci redditi molto elevati potrebbe inoltre non rientrare nell’agevolazione a causa del limite degli 80.000 euro annui.

Nessuna chance per autonomi e liberi professionisti

Per sua natura, inoltre, la manovra lascia fuori autonomi, liberi professionisti, partite IVA e collaboratori atipici, per cui non è previsto l’accesso ad alcun beneficio.

È inoltre ancora da chiarire se si tratti di un intervento spot, oppure di un intervento strutturale o inquadrato comunque all’interno di una riforma fiscale di maggiore respiro.