Ci sono storie che, all’improvviso, ti colpiscono allo stomaco e ti costringono a fermarti. Oggi il cielo sopra il Vercellese si è fatto pesante, segnato dalla tragedia che ha portato via per sempre Massimiliano Monticone e la figlia Simona. Ma chi erano, oltre i titoli delle cronache?
Una famiglia che amava il cielo
Non tutti possono dire di aver volato abbracciando i propri sogni. Eppure Massimiliano, 49 anni, di Casale Monferrato, lo faceva ogni volta che saliva a bordo di un ultraleggero, spesso insieme alla figlia Simona. Un legame che andava oltre il sangue: era la passione a tenerli uniti, quella stessa passione che oggi lascia senza fiato un’intera comunità.
Nato e cresciuto ad Alessandria, Monticone era conosciuto come controllore di volo presso il centro radar Enav di Linate, ma per molti amici era semplicemente “il Massi”, il tipo che sapeva sempre rendere speciale una giornata in hangar. Chi lo incontrava al club “Palli” di Casale sapeva che difficilmente avrebbe parlato solo di lavoro: “Per Massimiliano – raccontano i soci – ogni decollo era un atto di fiducia, ogni atterraggio una festa”.
Leggi anche: Chi era Fabio Medici il quarantanovenne, alpinista, morto sul Monte Bianco?
Simona, la figlia che aveva il cielo negli occhi
Simona aveva 18 anni, era una ragazza piena di vita, con la stessa voglia di volare del papà. Insieme si dividevano i cieli tra Piemonte e Lombardia, tra sorrisi e fotografie condivise sui social, tra sogni e piccoli rituali di famiglia. Era la sua copilota del cuore, non solo per affetto ma anche per reale complicità.
Hai mai pensato a quanto sia raro condividere davvero una passione con un genitore, senza barriere tra generazioni? Nel loro caso era realtà. Non è un caso che questa tragedia abbia lasciato sgomenti non solo gli amici di famiglia, ma anche chi magari li conosceva solo di nome, o aveva visto una delle tante immagini di quei due sorrisi appesi al vento.
L’ultimo volo: una giornata che doveva essere di festa
Questa mattina, 30 agosto 2025, sembrava una giornata come tante. Il decollo dall’aeroclub Palli di Casale Monferrato era programmato, una gita nei cieli sopra le risaie tra Crescentino e Livorno Ferraris. Nessun segno, nessun presagio.
Invece, il destino ha voltato pagina troppo in fretta: pochi minuti dopo il decollo, l’ultraleggero ha perso quota e si è schiantato nelle campagne, incendiandosi. Gli operai nei campi sono stati i primi a vedere le fiamme, a chiamare i soccorsi, a sperare in un miracolo che però non è arrivato.
Il corpo di Massimiliano è stato subito recuperato tra i rottami, quello di Simona solo dopo ore. Una scena che chi c’era fatica a dimenticare.
Un’eredità che resta sospesa
Massimiliano lascia una moglie, amici, colleghi e una comunità intera che oggi si ritrova più povera. La scuola di Simona, i compagni di volo, chiunque abbia scambiato con loro anche solo una parola, oggi si stringe nel dolore.
Non c’è imprudenza nella loro storia: Massimiliano era considerato un pilota esperto, preparato. Le indagini sono in corso, ma una cosa è certa: la loro non era una “follia”, ma un modo autentico di vivere il legame tra padre e figlia.
Non ti fa pensare quanto sia fragile la felicità, quando la insegui senza paura?
Fonti e ricordi
Le parole di cordoglio si moltiplicano sui social, così come i messaggi da chi ha condiviso con loro un pezzo di strada. “Sapeva trasmettere entusiasmo”, scrive un collega. “Era impossibile non voler bene a Simona”, aggiunge una compagna di scuola.
FAQ
Chi era Massimiliano Monticone?
Un controllore di volo, pilota esperto, papà appassionato di aviazione, residente a Casale Monferrato, conosciuto e stimato in tutto l’ambiente dell’aeroclub.
Chi era la figlia Simona?
Ragazza di 18 anni, studentessa, legata al mondo sportivo e ai viaggi col padre, con la passione per il volo.
Cosa è successo nell’incidente?
Dopo il decollo dall’aeroclub Palli, il loro ultraleggero è precipitato nelle campagne tra Crescentino e Livorno Ferraris e ha preso fuoco. Le cause sono in corso di accertamento.
C’era imprudenza o errore umano?
No, secondo le prime ricostruzioni Massimiliano era un pilota esperto e la figlia volava spesso con lui. L’incidente sembra dovuto a cause ancora da chiarire.
Cosa lascia questa tragedia?
Un dolore enorme nella famiglia, tra amici, compagni di scuola e tutta la comunità locale, ma anche il ricordo di una passione vissuta insieme fino all’ultimo respiro.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






