Morto Cesare Nosiglia: l’arcivescovo torinese ci lascia ad ottant’anni

Giorgia Tedesco

Giunge oggi la notizia della dipartita di monsignore Nosiglia. Questa notte, presso l’ospedale di Chieri, l’arcivescovo è morto dopo alcuni giorni di degenza.

La biografia di monsignor Cesare Nosiglia

Classe ’44, Cesare nasce a Rossiglione, nella diocesi di Aqui, dove è stato ordinato sacerdote alla fine degli anni sessanta. Consegue una licenza in teologia alla Pontificiaria e una laurea in sacre scritture presso l’istituto Biblico di Roma. Fu per diversi anni collaboratore nella parrocchia di San Giovanni Battista De Rossi, poi addetto all’ufficio catechistico nazionale per la Conferenza Episcopale per la Cei.

Istruì molti durante i suoi anni di insegnamento di teologia presso l’ateneo Sant’Anselmo. Venne nominato vescovo ausiliare a Roma nel luglio del 1991, ricevendo l’ordinazione episcopale nel settembre dello stesso anno. Ricevette il ruolo di vicegerente, sempre nella Capitale, con il grado di arcivescovo. Dopo diversi ruoli di prestigio fu delegato del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa per le catechesi e le università.

La fiducia di Papa Francesco in Nosiglia

Durante il Giubileo del duemila gli furono affidate la vicepresidenza della commissione pastorale-missionarie e la presidenza del comitato per la gioventù. Rivestì anche il ruolo di vicepresidente al Congresso Eucaristico Internazionale. Inoltre si occupò degli affari del Consiglio Internazionale per la catechesi della congregazione del clero.

In realtà è difficile ordinare ed elencare gli innumerevoli ruoli che il monsignore si guadagnò durante la sua carriera ecclesiastica. Quando compì settantacinque anni, venne confermato come arcivescovo di Torino. Fu Papa Francesco in persona a prolungare il suo ruolo per i due anni successivi. Quando annunciò tre anni fa la il nuovo arcivescovo, il pontefice, appellò a Nosiglia la carica di amministratore apostolico, conferendogli i diritti e le facoltà che spettano a un vescovo diocesano. Cesare proseguì nell’esercizio di questi onori fino all’arrivo del suo successore designato.

I pensieri rivolti all’arcivescovo: un grande uomo sotto la tunica d’oro

Cesare era stato in principio ricoverato per problemi legati alla respirazione. Aveva ottant’anni al momento della morte. Ha ricoperto il ruolo di guida della diocesi locale, succedendo a Poletto. Il suo ruolo è stato poi ricoperto da Repole. Sarà lui stesso a celebrare il funerale che si terrà questo venerdì presso il Duomo del capoluogo piemontese, mentre la veglia si terrà al Santuario della Consolata.

Sempre Roberto annuncia la morte dell’amico, in un comunicato tenuto e carico di profondo dispiacere. Racconta di averlo accompagnato nella preghiera fino all’ultimo momento e di rammentare adesso il loro primo incontro. Ne descrive un ritratto elogiante, di un uomo pieno di vita e fede, che non ha mai conosciuto la stanchezza per la propria vocazione. Un uomo che è stato affianco ad ammalati, che ha girato nelle case penitenziarie e che ha dato conforto a diverse aziende colpite dalle crisi. Un parroco desideroso di scuotere le coscienze e mobilitare la solidarietà.

Anche Confalonieri si unisce al cordoglio, ricordando Nosiglia con gratitudine, come un pastore buono e che ha speso la sua vita nell’amore per la Chiesa. Un prete che ha posto le basi per l’avvicinamento alla vita cattolica, integrando tutti coloro che non si riconoscevano nelle sue strade.