Cos’è successo a Giulia Bonin, la ragazza scomparsa in provincia di Trieste?

Giorgia Tedesco

E’ stato trovato, la notte del dodici agosto, il corpo senza vita della venticinquenne scomparsa pochi giorni fa. Il cadavere è stato rinvenuto nella via Napoleonica, dopo ore ininterrotte di ricerche. L’appello iniziale dei genitori e della sorella descrive brevemente la giovane: mora, alta un metro e settanta, con una figura snella.

La scomparsa: la tempestiva segnalazione fa scattare le ricerche

Domenica è una mattinata come moltissime, ma non per tutti. La giornata scorre lenta per le vie di Trieste e tutto sembra come sempre. Ma non per la famiglia Bonin, quella non è una giornata come tutte le altre. Quella mattina di domenica, Giulia esce di casa, ma non farà mai più ritorno. La loro figlia scompare, nessuno la sente, non risponde al telefono. Amici e familiari sono in pensiero: scatta l’allarme. Le ricerche iniziano immediatamente, fino a quando, poco prima della mezzanotte, Giulia viene ritrovata alle porte della città, senza vita.

Da una prima ricostruzione emerge che la ragazza non aveva comunicato a nessuno dove fosse diretta quando è uscita di casa, ma il suo telefono si è collegato a una cabina telefonica di Monte Grisa, dove viene anche ritrovata la sua borsa, verso le sette e mezza del mattino. Le ricerche si concentrano immediatamente nella zona.

Le ricerche e il ritrovamento del cadavere: interessata l’intera area boschiva vicino al Monte Grisa

Uomini e mezzi rastrellano l’intera zona. Le operazioni sono coadiuvate dal comando della polizia locale, dai tecnici del soccorso alpino e dai vigili del fuoco. Sono state impiegate tutte le armi a disposizione, inclusi droni e cani, per setacciare completamente l’aerea boschiva. La distribuzione delle aree ha permesso di muoversi con molta più rapidità e con più approfondimento, nonostante l’assenza di luce e la permanenza di una fitta vegetazione.

Il corpo della ragazza è stato trovato vicino ad uno dei percorsi cittadini più famosi, a pochi metri dalla carreggiata. L’intera zona è stata chiusa al pubblico per consentire i rilievi da parte della polizia scientifica e il recupero del cadavere in sicurezza.

Il difficoltoso recupero dal dirupo sotto il punto panoramico

Il recupero si è dimostrato fin dal principio complesso, per l’estrazione della salma sono stati impiegati sette tecnici del soccorso alpino che, con i vigili del fuoco e l’utilizzo dell’autoscala, sono riusciti a portarla in strada. Il corpo è stato prontamente spedito alla camera mortuaria perché vengano effettuati tutti gli accertamenti medico-legali.

Per il momento non sono state rilasciate notizie ufficiali su quanto accaduto, ma è evidente che sia partita un’approfondita indagine. Si attendono gli esiti dell’autopsia, per chiarire quanto successo. L’intera comunità è incredula di fronte alla notizia. Giulia sembra, da una prima ipotesi, essere caduta accidentalmente dalla vedetta Italia (punto panoramico locale) lungo i cinquanta metri dello strapiombo. Una testimone sostiene di averla vista nella piazza Oberdan intorno alle tre del pomeriggio, informazione essenziale per determinare l’ora del decesso.

Il dolore della madre è una lama, di quelle che ti tranciano in pieno petto, le sue parole suonano come grida furibonde. Accusa le autorità competenti di non aver messo in sicurezza la zona interessata. Restiamo in attesa di comunicarvi più dettagli.