Aveva solo 27 anni. Si faceva chiamare Thiago Elar, era un ragazzo transgender e aveva trasformato TikTok nel suo unico modo per urlare al mondo che stava soffrendo. Ogni giorno pubblicava video direttamente dal reparto psichiatrico in cui era ricoverato. Ogni giorno lanciava appelli, soprattutto alla madre. Ogni giorno ripeteva: “Sto morendo dentro, aiutatemi”.
Fino a quando, in silenzio, ha smesso davvero di respirare.
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EtĂ , origine e identitĂ
Thiago aveva 27 anni e si identificava come uomo trans. Non aveva ancora ottenuto la rettifica del nome nei documenti, ma chiedeva ogni giorno che gli venisse riconosciuto il suo nome scelto, la sua identitĂ autentica. Era entrato nel percorso di transizione dal 2018, ma tra ricoveri, traumi e malattia non era mai riuscito a completarlo.
Secondo quanto riportato da Gay.it, soffriva di anoressia, dissociazione e profondo rifiuto del proprio corpo. La sua storia era un nodo di abbandoni, ospedali, comunitĂ e silenzi.
La vita in comunitĂ e il ricovero psichiatrico
Per anni aveva vissuto in comunitĂ protette, poi era finito in un reparto psichiatrico da cui, a suo dire, non era piĂą uscito. Parlava di contenziosi familiari: raccontava di essere stato denunciato dalla madre per maltrattamenti e di aver denunciato lui stesso il compagno della donna. Nessuna fonte ufficiale ha mai chiarito fino in fondo questa parte della sua vita.
Ma quello che era visibile a tutti erano i suoi video su TikTok, che pubblicava ogni giorno, anche 20 alla volta, dallo stesso letto, con lo stesso sguardo stanco, con le stesse parole: “Mamma, ti prego, parlami. Nessuno mi aiuta”.
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Il rapporto con la madre e la lotta per essere visto
Il filo conduttore di tutta la sua comunicazione era la madre. Ogni video, ogni appello, ogni urlo era indirizzato a lei. “Ti ho sempre voluto bene. Ma mi hai lasciato solo. Perché non vieni a prendermi?”. A volte con rabbia, a volte con tenerezza, a volte con una lucidità disarmante.
E se ti fermavi ad ascoltare anche solo uno di quei video fino in fondo, ti accorgevi che non era solo dolore. Era fame d’amore. Una fame che niente riusciva a saziare.
La morte annunciata: l’ultimo video
Il 21 luglio 2025, Thiago ha pubblicato il suo ultimo video. Un messaggio di addio, registrato tra le lacrime, in cui diceva:
“Questo è l’ultimo video, mamma. Spero che un giorno ti sveglierai. Spero che un giorno cambierai.”
Poco dopo, si è tolto la vita all’interno della struttura psichiatrica in cui era ricoverato. Il video è stato rimosso, ma la notizia è stata confermata da L’Unità e altre fonti attendibili.
Aveva 27 anni. E nessuno, davvero nessuno, è riuscito a fermarlo.
Un caso che fa discutere
Dopo la sua morte, i social si sono divisi. Da un lato chi lo aveva sostenuto fino all’ultimo, dall’altro chi lo accusava da mesi di manipolazione emotiva. Alcuni utenti parlavano di “drammatizzazione”, altri dicevano: “Era chiaramente in pericolo, perché nessuno ha fatto nulla?”
Thiago parlava apertamente della sua salute mentale. Non si nascondeva. Non recitava. Aveva trasformato i social nel suo diario. O, forse, nella sua unica finestra di salvezza. Ma non è bastato.
Cosa ci resta di lui?
Ci resta il senso di fallimento. Un sistema che non è riuscito a vedere in tempo. Una famiglia che forse non ha saputo ascoltare. Una rete sociale che ha trasformato la sofferenza in contenuto, e poi in silenzio.
Ma ci resta anche una lezione: nessuna richiesta d’aiuto dovrebbe essere ignorata. Nemmeno se ripetuta mille volte. Nemmeno se disturbante. Perché dietro c’è sempre una persona. E stavolta, quella persona si chiamava Thiago.
Domande frequenti su Thiago Elar
Quanti anni aveva Thiago Elar?
Aveva 27 anni al momento del decesso.
Perché era famoso su TikTok?
Pubblicava video quotidiani dalla struttura psichiatrica in cui era ricoverato, raccontando la sua storia e chiedendo aiuto.
Era transgender?
Sì. Thiago si identificava come uomo trans, anche se non aveva ancora ottenuto la rettifica anagrafica.
Com’è morto?
Si è tolto la vita dopo aver registrato un video di addio, reso pubblico il 21 luglio 2025.
Da quanto era ricoverato?
Da circa 18 mesi in reparto psichiatrico, dopo un percorso precedente in comunitĂ protette.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






