Mattia Debertolis, 29 anni, orgoglio dell’orienteering italiano, è morto oggi in Cina dopo due giorni di lotta disperata per la vita. Era un atleta di talento, un ragazzo curioso del mondo, un trentino che aveva portato la sua passione fino all’élite mondiale.
Un ragazzo di montagna con lo sguardo lontano
Nato e cresciuto in Trentino, Mattia aveva la determinazione di chi conosce la fatica fin da piccolo. Ingegnere civile, viveva a Stoccolma per lavoro e per un dottorato di ricerca, ma la bussola della sua vita non era solo quella accademica: era la bussola dell’orienteering, lo sport che unisce corsa, strategia e orientamento.
Capitano della nazionale italiana, vestiva la maglia azzurra nei Mondiali e in Coppa del Mondo. Campione italiano su piĂą distanze, vincitore dei Campionati del Mediterraneo under-21, aveva una carriera ancora in piena ascesa.
La gara maledetta a 43 gradi
Sabato 10 agosto, a Chengdu, in Cina, è iniziata la sua ultima sfida: la prova “middle distance” dei World Games. Temperature folli, quasi 43 °C, umidità soffocante. Una condizione estrema anche per un atleta abituato a spingere il corpo oltre i limiti.
A metà gara, il segnale GPS del suo tracker si interrompe. Scattano le ricerche, ma quando lo trovano è già a terra, stremato. Colpito da un collasso dovuto al caldo, viene soccorso e portato in ospedale in condizioni gravissime.
Leggi anche: Chi era Roberta Pitzalis, la 38enne morta per botulino dopo aver mangiato guacamole: età , cosa è successo
L’abbraccio della famiglia e l’agonia
In Cina arrivano la madre Erica, il fratello Nicolò e la compagna. Accanto a lui anche il papà , i nonni, e un’intera comunità sportiva che dall’Italia segue con il fiato sospeso. L’11 agosto riceve l’estrema unzione, celebrata dal Vescovo di Chengdu su richiesta della famiglia.
Nonostante ogni tentativo, il 12 agosto 2025 il cuore di Mattia si ferma.
Dolore e domande senza risposta
La Federazione Italiana Sport Orientamento ha espresso “un dolore immenso”, ricordando la sua dedizione e il suo spirito di squadra. In Trentino, il presidente regionale FISO, Roberto Pradel, ha sollevato dubbi sui tempi dei soccorsi: “Forse, se fosse stato trovato prima, oggi parleremmo di un’altra storia”.
Gli azzurri di MTB-Orienteering, impegnati nei Mondiali in Polonia, gareggeranno con il lutto al braccio. Un gesto semplice ma pieno di significato.
Un campione che non si dimentica
Mattia Debertolis non era solo un atleta. Era un ragazzo che amava lo sport e la vita, che inseguiva traguardi con determinazione ma senza arroganza. La sua scomparsa lascia un vuoto enorme nello sport italiano e una ferita che, per chi lo ha conosciuto, non si rimarginerĂ facilmente.
Perché certe vite, anche quando finiscono troppo presto, restano punti di riferimento. Proprio come le lanterne di una gara di orienteering: piccole luci nel bosco, che indicano la strada anche al buio.
FAQ su Mattia Debertolis
Quanti anni aveva Mattia Debertolis?
Aveva 29 anni.
Di dove era originario?
Era trentino, ma viveva a Stoccolma per lavoro e studi.
In quale sport gareggiava?
Faceva parte della nazionale italiana di orienteering, di cui era capitano.
Cosa è successo durante la gara in Cina?
Durante la middle distance dei World Games a Chengdu, con 43 °C, ha avuto un malore per il caldo estremo.
Quando è morto?
Il 12 agosto 2025, dopo due giorni di ricovero in terapia intensiva.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






