Settembre 2025, Forlì. Sul palco di IPERCORPO, uno dei festival più sperimentali d’Italia, compare Miral Rivalta accanto a Davide Ferri per firmare la curatela della sezione Arti. Non è un caso: negli ultimi due anni Miral ha trasformato la scena torinese delle gallerie giovani, passando da “figlia di…” a vera direttrice artistica. Eppure, ancora oggi quando la si cerca sui social o nelle notizie, le domande più frequenti restano sempre le stesse: quanti anni ha? È sposata? Che rapporto ha con la madre?
Chiunque l’abbia incontrata nelle sale di Fuocherello lo sa: Miral si muove tra le opere con un’attenzione rara. A Torino, ormai, il suo nome conta.
Dalle radici alla direzione artistica
Miral Rivalta nasce a Bologna da due genitori che hanno lasciato il segno: la giornalista e scrittrice Rula Jebreal e lo scultore Davide Rivalta. Cresce in un ambiente ricco di stimoli, tra viaggi, laboratori, vernissage e conversazioni in più lingue. La scelta dell’arte come strada personale sembra quasi inevitabile.
Studia all’Accademia di Belle Arti, ma già da giovanissima frequenta gli ambienti della cultura visiva, si confronta con artisti, partecipa a residenze e si appassiona al ruolo della curatela. Nel 2022 fonda la galleria Fuocherello a Volvera, alle porte di Torino: uno spazio che in meno di tre anni diventa un punto di riferimento per le nuove pratiche artistiche italiane.
A Bologna ci torna spesso, per lavoro e per famiglia. E ogni volta che può, si racconta tra amici e colleghi con quella tipica ironia di chi non si prende troppo sul serio. Qualcuno ricorda ancora una battuta durante una residenza artistica: “Un fuocherello serve a tutti, almeno per scaldare le idee.”
Il salto: progetti e curatele dal 2023 al 2025
Tra il 2023 e il 2025 Miral Rivalta firma alcune delle curatele più interessanti dell’arte emergente. Oltre alla direzione di Fuocherello, cura mostre come “Non ci sono fantasmi” nell’ambito di Artissima Torino, coordina il progetto “Quadri come Luoghi” per Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura e viene scelta per affiancare Davide Ferri nella curatela di IPERCORPO.
Non si limita al ruolo di direttrice: scrive testi critici, costruisce relazioni con artisti e altri curatori, crea sinergie tra realtà indipendenti. Gli addetti ai lavori ormai la considerano una delle figure-pivot tra le giovani curatrici italiane. Però la domanda resta: Miral aspira davvero a una dimensione internazionale, o preferisce consolidare le radici nel sistema delle gallerie indipendenti italiane?
In fondo, l’arte, per lei, è una faccenda molto pratica. E chi l’ha vista lavorare lo conferma.
Vita privata: matrimonio, marito, età, Instagram
Se c’è un dato che si fa fatica a trovare online è proprio la vita privata di Miral Rivalta. Non esiste, almeno fino a oggi, alcuna intervista in cui racconti dettagli sul matrimonio o su un eventuale marito. Nemmeno le cronache mondane – attente a ogni movimento dei figli d’arte – sono riuscite a intercettare un’indiscrezione reale.
Sul fronte età, nemmeno qui si trova una data ufficiale: nel 2022 le fonti la davano intorno ai 25 anni. Oggi, nel 2025, dovrebbe avere tra i 26 e i 28 anni. Nulla di più preciso. Miral non parla mai di sé in pubblico, nemmeno su Instagram, dove il suo profilo (@rivaltamiral) resta focalizzato su installazioni, backstage e nuove aperture di mostre.
Nessuna foto di matrimonio, nessun annuncio su relazioni sentimentali. La privacy, qui, non è solo una scelta. È quasi una regola di famiglia.
Critiche, percezione e piccoli retroscena
La narrazione “figlia di Rula Jebreal” accompagna ancora ogni suo progetto. È il prezzo di portare un cognome che pesa. Miral, però, non sembra particolarmente disturbata da questo: in una storia pubblicata su Instagram dopo una mostra, scriveva che curare significa “mettersi al servizio delle opere, non cercare visibilità personale”.
Dietro le quinte, chi la frequenta racconta di una persona riservata, più interessata a costruire reti tra giovani artisti che a cavalcare la notorietà. Un atteggiamento quasi “anti-star”, in controtendenza rispetto al mondo dell’arte. Non è forse questa la sua vera forza?
Curiosità e dettagli che Wikipedia non riporta
Il nome Miral è lo stesso del romanzo di sua madre e del film che ne è stato tratto da Julian Schnabel. Ma non è solo letteratura: è anche una dedica, una storia familiare che torna spesso nei racconti di Rula Jebreal, come confermato in diversi eventi pubblici.
Tra i corridoi di Fuocherello, Miral è famosa per la capacità di scegliere giovani artisti che lavorano con la scultura e con pratiche installative sperimentali. Non c’è solo la mano del padre: c’è una curiosità personale, fatta di ascolto e relazioni costruite giorno per giorno.
Nel 2025, la vediamo protagonista in Piemonte e a Forlì, sempre dietro le quinte ma con ruoli decisivi nelle scelte artistiche. E non è escluso che tra qualche stagione arrivi anche il primo grande progetto internazionale.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






