Non accenna a diminuire l’ondata di dolore e affetto per la tragica morte dei due fratelli calciatori Diogo Jota e André Silva, rimasti vittime di un disastroso incidente stradale. Ai funerali dei due giovani migliaia di persone presenti per salutare per l’ultima volta il campione del Liverpool e la giovane promessa del calcio portoghese e per abbracciare, fisicamente e virtualmente, i familiari del 28enne e del 26enne.
Chi erano i genitori di Diogo Jota
La tragica fine di Diogo e André ha acceso la curiosità sulle origini dei due sportivi, a partire dalla propria famiglia d’origine. I ragazzi vantavano umili natali: i genitori del campione portoghese, infatti, erano due autentici lavoratori, che si sono sottoposti ad innumerevoli sacrifici pur di assecondare le ambizioni della loro prole.
A capo della famiglia Silva troviamo Joaquim, padre devoto alla propria famiglia, che ha svolto più di un lavoro per non fare mancare niente ai suoi ragazzi, cresciuti a Gondomar, periferia di Porto, dove oggi Diogo e André hanno ricevuto l’ultimo saluto.
Joaquim Silva ha svolto la professione di operaio in un’azienda di gru. Un impiego faticoso, che l’uomo ha svolto con grandissima dignità e che ha garantito ai suoi figli una formazione sportiva di prim’ordine. Nonostante i lunghissimi turni, l’uomo non ha mancato di accompagnare agli allenamenti e alle partite Diogo Jota, mostrando non solo di mantenere gli impegni economici, ma di garantire anche sostegno morale alla star del Liverpool.
Al fianco del consorte, la madre dei ragazzi, Isabel Silva. Genitrice stacanovista e lavoratrice instancabile, la donna ha lavorato in una fabbrica di ricambi automobilistici. Nonostante la stanchezza, la madre di Diogo e André non faceva mai mancare incoraggiamento e affetto agli adorati figli, assecondandone sogni e inclinazioni.
Una famiglia semplice, operosa, sorridente, distrutta dai drammatici avvenimenti dei giorni scorsi. Due figli amati, due speranze infrante: restano solo il dolore e la voglia di aiutare i congiunti di Diogo Jota, a partire dalla vedova e i suoi figli, che il calciatore amava più di sé stesso.
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