C’è un motivo per cui Barbora Bobulova non la trovi ogni settimana su un red carpet o in una diretta Instagram. Lei non ama i riflettori, almeno non quelli fuori dal set. Preferisce la riservatezza, la coerenza, una certa forma di silenzio. Ma quando entra in scena, è impossibile non guardarla.
Nel 2025, a 51 anni, ha appena vinto due premi importanti per il film Per il mio bene. Eppure, se glielo chiedi, ti risponde con distacco:
“Non ho i social. Per me è già faticoso convivere quando stai con qualcuno… figurati condividere tutto con sconosciuti.”
Da Martin a Roma: una vita cominciata da lontano
Nata a Martin, nell’allora Cecoslovacchia, il 29 aprile 1974, Barbora ha cominciato presto. A 12 anni era già sul palco. A 21 ha fatto una scelta di pancia: si è trasferita in Italia.
Non parlava italiano. Ma sentiva che era il posto giusto. E lo è stato.
Ha esordito con Infiltrato nel 1996, ma il primo vero riconoscimento arriva con Il principe di Homburg di Marco Bellocchio. Poi nel 2004 la svolta con La spettatrice. E nel 2005 arriva tutto insieme: David di Donatello, Globo d’Oro, Ciak d’Oro per Cuore sacro di Ferzan Özpetek.
Era ovunque. Eppure non si è mai montata la testa. È rimasta quella che era: essenziale, precisa, lucida. Niente eccessi, niente “divismi”.
Il 2025 è il suo anno. Ma senza clamore
Sì, proprio nel 2025 Barbora è tornata al centro. Ha vinto il Globo d’Oro come miglior attrice protagonista per Per il mio bene. E anche il premio come miglior attrice al festival Pianeta Donna – Primo Piano sull’Autore.
Due riconoscimenti importanti, che confermano una verità che molti nel settore già sanno: lei è tra le migliori attrici italiane viventi, anche se italiana non è di nascita.
Ha anche recitato nella serie Stucky su Rai2, dove ha interpretato – parole sue – “un personaggio profondamente umano”. Un altro tassello in una carriera costruita senza scorciatoie.
E non è tutto: nel 2025 è tornata anche in patria, in Slovacchia, con le sue figlie, in occasione dell’anteprima del film Nikoho mě nemá rád.
Un ritorno emotivo, a casa, dopo tanti anni vissuti in Italia.
Famiglia, amore e indipendenza: la sua idea di felicità
Barbora ha due figlie, Lea e Anita, nate dalla lunga relazione con Alessandro Casale, aiuto regista. Una storia finita senza rancori.
Ne ha parlato con grande maturità:
“Ho lottato per salvare il rapporto, ma quando ho capito che era finita ho preferito chiudere. Il primo periodo è stato durissimo, ma ora c’è equilibrio.”
Non si definisce “single”. E nemmeno “ex”.
Per lei, la famiglia non è una scatola chiusa.
“Per me la famiglia non è mamma, papà, bambini… Dovremmo solo cercare di essere felici. E poi, da soli, si dorme meglio.”
Parole forti. Non convenzionali. Ma profondamente vere. La sua è una visione libera, moderna, adulta. Non ha bisogno di un’etichetta per sentirsi realizzata.
Una vita fuori dai social. Per scelta
Quante attrici conosci che nel 2025 non hanno un profilo Instagram? Pochissime. Barbora è una di quelle. E non per snobismo, ma per coerenza.
“Condividere tutto con degli sconosciuti non fa per me”, ha detto a Vanity Fair.
E in un’epoca in cui tutti urlano per farsi notare, lei sussurra. E chi ha orecchie per sentire, la ascolta.
FAQ
Quanti anni ha Barbora Bobulova?
È nata il 29 aprile 1974. Ha compiuto 51 anni nel 2025.
Da dove viene?
È nata a Martin, in Slovacchia (ex Cecoslovacchia), ed è arrivata in Italia nel 1995.
Quali premi ha vinto nel 2025?
Il Globo d’Oro come miglior attrice per Per il mio bene e il premio al festival Pianeta Donna.
È attiva sui social?
No. Barbora non ha profili social. Ha dichiarato di non voler condividere la sua vita privata online.
Ha figli?
Sì. Due figlie: Lea e Anita, avute con l’ex compagno Alessandro Casale.
Cosa pensa della famiglia?
Per lei la famiglia è libertà e rispetto. Ha detto: “Non è per forza mamma, papà, bambini. Conta essere felici, e stare bene anche da soli”.

“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore