E’ definitivamente chiusa la discutibile e controversa esperienza dell’attuale Europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra Mimmo Lucano come sindaco del Comune di Riace. E’ caos nella suggestiva località reggina, attualmente gestita dal Vicesindaco Maria Caterina Spanò, che ha ottenuto il titolo temporaneo di primo cittadino proprio da Lucano tra le innumerevoli polemiche delle minoranza.
Mimmo Lucano, l’odissea giudiziaria
A far decadere Mimmo Lucano come sindaco di Riace è stato il Tribunale di Locri, con una sentenza che parrebbe mettere finalmente il punto ad una delle più assurde e paradossali vicende giudiziarie degli ultimi tempi, nata a seguito della sconvolgente inchiesta “Xenia“. Secondo le indagini, l’esageratamente lodato “modello Riace” di accoglienza firmato Lucano nascondeva un sistema ben collaudato per perpetrare presunti illeciti legati alla gestione degli immigrati. A causa di questa vicenda, Lucano era stato condannato a 18 mesi di reclusione, con pena sospesa.
Una sentenza che ha spaccato l’Italia e che è stata confermata dalla Corte di Cassazione lo scorso febbraio. Questa conferma ha provocato il decadimento di Lucano, primo cittadino di Riace dal 2004 al 2018, rieletto in seconda istanza l’anno scorso. La vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto l’Europarlamentare Lucano ha sin dall’inizio scatenato reazioni contrastanti nell’opinione pubblica.
Lucano vanta tuttora una buona fetta di “fan”, estasiati di fronte ad un modello di integrazione sociale ritenuto quasi avanguardistico. I suoi detrattori, invece, hanno notato sempre alcune zone d’ombra attorno al “modello Riace”, ritenuto più un modello di business atto ad arricchire lo stesso sindaco e altre personalità influenti che non una risorsa per le persone più bisognose.

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