Chi è Pietro Maso? Dal massacro dei genitori alla nuova vita sotto sorveglianza

Serena Comito

Chi è Pietro Maso? Dal massacro dei genitori alla nuova vita sotto sorveglianza

Appena senti il nome Pietro Maso, la memoria corre a una delle pagine più agghiaccianti della cronaca italiana. Nel 1991, a soli 19 anni, uccise brutalmente entrambi i suoi genitori con l’aiuto di tre amici per un motivo che sconvolse tutti: l’eredità.

17 aprile 1991 – La notte del massacro

A Montecchia di Crosara (Verona), Maso, insieme a Giorgio Carbognin, Paolo Cavazza e Damiano Burato, entrò in casa coi volti coperti. I colpi furono violentissimi, i corpi scaricati a terra. Confessarono quasi subito. Il movente ufficiale? I soldi. Lui, però, più tardi dichiarò: “Non li ho uccisi per i soldi… era un’urgenza molto più profonda”. Condannato a 30 anni (con attenuante per seminfermità), scontò 22 anni di carcere.

Dietro le sbarre: confessioni, fede, un libro

Durante la detenzione, Maso lavorò e cercò spiegazioni. Nel 2007 propose di parlare ai ragazzi per evitare tragedie simili. Nel 2013 uscì il suo memoriale, Il male ero io, scritto con Raffaella Regoli, dove racconta del sogno della bella vita, della conversione religiosa, del pentimento e del processo di redenzione.

La telefonata che fece il giro d’Italia

Dopo l’uscita dal carcere, scrisse una lettera al Papa tramite il suo padre spirituale, monsignor Todeschini. In questa lettera pregava per la pace e chiedeva perdono. E lì arrivò la svolta: pochi giorni dopo ricevette una telefonata da Papa Francesco (2013).

“Sono Francesco, Papa Francesco” – ha ripetuto Maso – “Era il 2013, ero con la mia compagna Stefania e ho detto ‘Santità… grazie’”.
Ha aggiunto: “Chiederò di dedicare la mia vita agli altri.”

Ha raccontato inoltre che Giovanni Paolo II diede al suo padre spirituale la forza di insistere: “Vai avanti”.

2013–2025 – Dalla semilibertà a un basso profilo a Milano

Uscito nel 2013, ottenne la semilibertà e fu affidato ai servizi sociali. Nel 2016, spese un periodo in clinica psichiatrica dopo accuse di tentata estorsione alle sorelle.

Poi, trasformando la sua esistenza:

  • Ha svolto lavori manuali,‬
  • Ha scritto il libro memoriale,
  • Ha partecipato a tv come Le Iene e Cronache Criminali (2022),
  • Ha vissuto a Milano, lavorando come giardiniere e in progetti ONLUS per ex detenuti.

Polemiche mai sopite

Il percorso di Maso resta controverso:

  • Nel 2020, percepiva il reddito di cittadinanza, nonostante l’interdizione perpetua dagli uffici pubblici. Il sostegno fu poi sospeso.
  • Nel 2021 ha denunciato Fedez per diffamazione, dopo un brano; la querela è stata archiviata nel 2024 (§) .
  • Nel 2016, l’accusa di tentata estorsione lo condusse in clinica psichiatrica.

Una voce da dimenticare o da studiare

La cronaca e la cultura hanno registrato il suo nome:

  • Le canzoni di Fedez, Fabri Fibra, Dargen D’Amico lo hanno nominato,
  • Documentari come Io ho ucciso e il film I Pavoni (1994) ne narrano il caso.

Nonostante ciò, Maso ha chiesto di essere dimenticato, pur sapendo che la memoria pubblica non lo dimenticherà.

FAQ – Le risposte alle domande più frequenti

Chi è Pietro Maso?
Il giovane che, nel 1991, uccise i genitori per eredità.

Quanti anni ha trascorso in carcere?
22 anni, su una condanna a 30.

Ha chiesto perdono?
Sì: nel libro, in tv, e con una lettera al Papa, che gli rispose con una telefonata.

Cosa fa oggi?
Vive a Milano, lavora come giardiniere e collabora con organizzazioni per ex detenuti .

Ci sono ancora polemiche?
Sì: accuse del 2016, approvazione del reddito, querela a Fedez (archiviata nel 2024)