Un angolo di Puglia dove il tempo sembra fluire al ritmo della natura. Sul promontorio del Gargano, a San Severo, si racconta una storia di famiglia e di terra che attraversa il Novecento fino a diventare Pugliarella: un progetto agricolo radicato, ma con sguardo aperto sul mondo.
Dalle mani di nonno Giuseppe ai campi di oggi
Nei primi anni del 1900, Giuseppe Ciavarella inizia a coltivare grano e ulivi sulle pianure che guardano il mare. Le mani nella terra, il sole cocente, la cura negli occhi: tutto diventa parte di un’eredità che non si è mai interrotta. Poi, nel 1985, Michele – suo figlio – ufficializza l’azienda agricola di famiglia, portando avanti quell’amore antico per la terra, i campi, la crescita lenta.
All’interno di quest’orizzonte nasce Pugliarella: la piccola rivoluzione che trasforma grani locali e verde di ulivi Peranzana in pasta e olio davvero “del posto”.
Qui non si corre. Il grano antico – varietà come Senatore Cappelli, Marco Aurelio, Pietrafitta – viene impastato con calma, poi sottoposto a gramolatura lenta, trafilato al bronzo e infine asciugato a basse temperature. Il risultato? Una pasta con la superficie ruvida e porosa, perfetta per incorniciare ogni sugo: si attacca, tiene la cottura, restituisce sapori. È pasta da tavola con consapevolezza, non solo da “piatto bello”.
Sui social, Pugliarella racconta questo lavoro dietro le quinte con orgoglio: “Tutti i nostri formati prevedono un metodo artigianale che permette di ottenere una Pasta più ruvida, Decisa e dal Colore originale della semola di grano duro!”. È la promessa di una tradizione che si fa boccone, con sostanza e carattere.
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Olio monocultivar Peranzana: fragranza pugliese in bottiglia
Se la pasta è il piede nel passato, l’olio è lo sguardo lungo: scegliendo la monocultivar Peranzana – tipica di San Severo – Pugliarella punta dritto alla qualità. Le olive vengono raccolte in fretta tra ottobre e novembre e molite a freddo entro poche ore; ne nasce un prodotto equilibrato, mediamente fruttato, con note di pomodoro, erba e mandorla. Bottiglie da 250, 500 e 750 ml, tutte in vetro scuro, custodiscono in sé il profumo autentico del Gargano.
Chi lo prova in Europa riconosce profumi delicati e una polifenolazione che promette conservabilità e benessere. È quell’olio da pane, insalate, zuppe (ma pure dolci pugliesi) che non fa rumore, ma parla piano, con eleganza rustica.
C’è un valore speciale in questa storia: Luca, Giuseppe e Nicola – la nuova generazione – hanno scelto di restare. Luca ha 24 anni, studi in International Management quasi terminati, e una proposta sotto il braccio: non andare via, ma spingere qui, in Puglia, con competenze globali e radici concrete. Dire “resto” oggi è un atto politico e personale, un segno che cambiare davvero si può, a partire dal proprio luogo.
Tradizione sì, ma sostenibile: verso l’Agenda 2030
L’anima di Pugliarella non è nostalgica: valorizza l’antico, ma guarda avanti. L’agricoltura è pensata per ridurre sprechi, consumi e impatto ambientale. Dall’aratura alla raccolta, passando per la trasformazione, è un metodo pensato per essere sano, genuino e rispettoso: filiera corta, produzioni limitate, controllo artigianale. Un impegno che s’alimenta dei valori ONU sull’agenda 2030, perché fare bene è anche fare con responsabilità.
Adesso Pugliarella compie un passo nuovo: uscire dai confini nazionali. Obiettivo? Portare la Puglia “da gustare” ovunque. L’e-commerce attivo, la visibilità su Instagram e Facebook con oltre 100 follower e post regolari, sono tracce di un progetto che vuole raccontare una terra sensoriale, autentica, concreta. Una missione fatta di materia prima, volontà e orgoglio.
In sintesi, Pugliarella è un equilibrio sincero fra ieri e domani: pasta e olio che raccontano una terra, una famiglia e una generazione che resta per cambiare. Senza clamore, ma con convinzione. Perché, a volte, basta un formato artigianale o una monocultivar per restituire dignità, piacere e futuro.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura