Il caso di Ilaria Salis, appena eletta al Parlamento europeo con Alleanza Verdi e Sinistra, continua a far discutere.
L’Ungheria ha chiesto la revoca della sua immunità, ma il voto previsto nei prossimi giorni è stato rinviato a data da destinarsi.
Un rallentamento che rimette tutto in stand-by, mentre da Budapest le accuse nei suoi confronti restano formalmente in piedi.
E ora, tra carte che non arrivano e tensioni politiche, ci si interroga su quali saranno i prossimi passaggi.
Leggi anche: Chi è Roberto Salis? Ecco tutto quello che sappiamo sul papà di Ilaria Salis
Perché si parla di immunità
Diventando europarlamentare, Salis ha acquisito una copertura giuridica che la protegge da procedimenti giudiziari in corso per reati che non siano legati all’attività politica.
È una misura pensata per tutelare la libertà degli eletti, non per bloccare la giustizia.
Se però uno Stato membro ritiene che l’immunità vada sospesa, può fare richiesta al Parlamento di Strasburgo, come ha fatto l’Ungheria nel suo caso.
Da quel momento, tutto passa attraverso una procedura politica interna al Parlamento UE. E non è mai un processo rapido.
Il rinvio del voto e i tempi europei
Era stato annunciato per il 24 giugno il primo voto, in sede di Commissione Affari Giuridici (JURI).
Ma il relatore designato, lo spagnolo Adrián Vázquez, non ha presentato per tempo la relazione necessaria.
Risultato: la discussione è saltata.
Ora si parla di luglio, forse addirittura settembre, per riprendere l’esame. E solo dopo si potrà andare in plenaria, dove tutti gli eurodeputati saranno chiamati a esprimersi.
Una catena che si è bloccata prima ancora di partire.
Quali sono le possibili conseguenze
Fino a nuovo ordine, Salis resta protetta dall’immunità parlamentare.
Questo significa che l’Ungheria non può procedere né con un’estradizione né con altre misure che interferiscano con il suo mandato.
Tuttavia, tutto dipenderà da come si orienteranno i gruppi politici. Perché il voto, in casi come questo, non è solo tecnico. È politico.
Il rischio è che il caso Salis venga trascinato nel dibattito più ampio sulle libertà civili in Europa, e sul rapporto sempre più teso tra Bruxelles e il governo di Viktor Orbán.
La posizione della sinistra e degli alleati italiani
Alleanza Verdi e Sinistra ha ribadito la propria linea: nessuna revoca.
Per i leader della coalizione, il procedimento a carico di Salis in Ungheria non è solo un fatto giudiziario, ma l’esito di una persecuzione politica.
Una posizione condivisa da altri eurodeputati italiani che parlano apertamente di “uso distorto della giustizia”.
Dall’altra parte, ci sono gruppi conservatori che vogliono mantenere una linea più “istituzionale”, concentrandosi sul merito delle accuse.
Un confronto che promette scintille, e che sarà probabilmente giocato più sui rapporti di forza che sui dettagli legali.
Cosa succede adesso
Nei prossimi mesi, dovrà essere completata la relazione della Commissione JURI.
A quel punto si fisserà un nuovo voto. Se l’immunità verrà revocata, Salis potrebbe trovarsi di nuovo al centro di una procedura giudiziaria ungherese.
Altrimenti, la questione potrebbe congelarsi per tutta la durata del mandato.
Nel frattempo, però, Ilaria Salis è formalmente eurodeputata. Partecipa ai lavori, siede in aula e può esercitare il proprio ruolo come tutti gli altri eletti.
In attesa che l’Europa decida cosa fare di un caso che continua a dividere.
FAQ sull’immunità di Ilaria Salis
Perché è stato chiesto il ritiro dell’immunità?
Per consentire alla giustizia ungherese di proseguire il processo che la vede imputata per presunte aggressioni.
Chi prende la decisione finale?
Prima la Commissione Affari Giuridici, poi l’intero Parlamento europeo in plenaria.
Quando sarà votata la revoca?
Non prima di luglio, ma il rinvio potrebbe spostare tutto a settembre.
Cosa rischia Salis se l’immunità viene revocata?
Potrebbe dover rispondere alle accuse in Ungheria senza più la protezione del mandato UE.
Nel frattempo può lavorare da europarlamentare?
Sì. Ha già preso possesso del suo seggio e partecipa alle attività istituzionali.

“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore