Olio Perniola: la voce silenziosa della Murgia che sa di ulivo

Daniela Devecchi

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Nel cuore dell’altopiano delle Murge, tra distese di ulivi, muretti a secco e campi di pietra antica, si trova una realtà che da oltre sessant’anni racconta una storia di famiglia, terra e olio. È qui, ad Altamura che nasce Perniola: un frantoio autentico, cresciuto nel tempo senza perdere il contatto con le sue radici.

Un’origine contadina, una visione chiara

Tutto comincia nel 1963, quando Giuseppe Oliva e Maria Perniola, marito e moglie, decidono di avviare un piccolo frantoio. Un’intuizione semplice: valorizzare le olive dei propri alberi e di quelli della zona, dando vita a un olio extra vergine che rispettasse le caratteristiche del territorio. Nessun artificio, nessuna scorciatoia. Solo ciò che viene dalla terra, spremuto a freddo, come si faceva una volta.

Negli anni, l’azienda ha mantenuto questa impostazione familiare, ma si è aperta al mondo, accogliendo nuove generazioni, nuove competenze e strumenti di lavorazione più efficienti. Il passaggio da frantoio locale a realtà riconosciuta a livello nazionale e internazionale è avvenuto senza clamori, con discrezione. Ma i risultati parlano chiaro.

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L’identità del territorio in ogni goccia

Il cuore della produzione Perniola resta legato al paesaggio murgiano. Gli uliveti si distribuiscono su terreni pietrosi e ventilati, che danno alle cultivar un carattere inconfondibile. Le varietà lavorate sono diverse: Coratina, Leccino, Peranzana, Ogliarola e altre ancora. Ognuna ha una sua voce, una sua tessitura, un suo equilibrio. La Coratina, in particolare, ha attirato l’attenzione della critica internazionale, fino a ottenere un posto tra i “Top 100 Oils” al mondo nella selezione Feinschmecker 2025.

I metodi di estrazione rimangono fedeli alla tradizione: molitura a freddo, processi meccanici, zero chimica. Il risultato? Oli ricchi di polifenoli, profumati, intensi, ma mai invasivi. Da usare a crudo, in cucina, o semplicemente sul pane. E con una durata di freschezza che si prolunga nel tempo.

Il frantoio come spazio di esperienza

Una delle particolarità di Perniola è l’ospitalità. Il frantoio non è solo luogo di produzione, ma spazio da vivere. Chi arriva in visita – appassionati di olio, viaggiatori, famiglie – può partecipare a degustazioni guidate, percorsi sensoriali, piccoli eventi in stagione. Il racconto dell’olio parte dal campo e arriva al bicchiere, passando per il profumo, la consistenza e le sfumature di gusto.

Molti lo scoprono quasi per caso, magari durante un viaggio in camper o una sosta in Puglia, e finiscono per tornare ogni anno. Non solo per acquistare l’olio, ma per tornare in contatto con un modo diverso di vivere la campagna. Qui tutto è lento, naturale, scandito dal ritmo delle stagioni.

Un’etica silenziosa, ma concreta

Perniola non proclama valori ecologici con enfasi, ma li pratica da anni. La selezione delle materie prime, la gestione responsabile del suolo, l’uso di materiali riciclabili, il rifiuto di trattamenti invasivi… tutto rientra in una filosofia che mette al centro il rispetto. Per la terra, per il consumatore, per la qualità.

Anche la scelta di non espandersi a tutti i costi, mantenendo dimensioni sostenibili, fa parte di questo approccio. Più che crescere, qui si preferisce approfondire: migliorare ogni lotto, ogni passaggio. Non rincorrere il mercato, ma ascoltare la terra.

Dunque, Perniola è una di quelle realtà che si fanno notare non per l’autocelebrazione, ma per la coerenza. È un esempio concreto di come l’identità agricola del Sud Italia possa evolversi senza snaturarsi. Di come la qualità possa camminare insieme alla semplicità. E di come, a volte, basti un filo di olio versato bene per raccontare una storia lunga più di sessant’anni.