Hai presente quei posti che sembrano usciti da un sogno? Ramaddini è uno di quelli. A pochi passi da Marzamemi, immersa nella luce calda del Sud, questa cantina racconta con delicatezza una storia di ricerca, rispetto e biologico. Ma non è una storia qualsiasi: è la narrazione viva della Sicilia più autentica.
Qui, il progetto è nato nel 2003, su 20 ettari di vigne tra Noto e Pachino, con il cuore di due visionari, Carlo Scollo e Francesco Ristuccia. Cinque anni di fatica, di piantine, di terra e di sole, fino al primo vino nel 2008. Poi, nel 2010, l’acquisto del vecchio magazzino con supporti risalenti agli anni ’30 — si può ancora vedere quel vindotto che un tempo portava il vino al porto di Marzamemi.
Una scelta ragionata, non scenografica: trasformare il passato in casa, mantenere intatto il legame con le radici. Perché Ramaddini non è solo produzione, è esperienza. Le degustazioni non sono le solite: sono “viaggi multisensoriali” che mescolano gusto, aroma e ricordi di una terra che sembra raccontarti cose antiche.
Lo sapevi che il nome di uno dei bianchi nasce da una “nassa”? Proprio così: quel cestello intrecciato usato per pescare vicino Marzamemi. Quello stesso calore marino si sente nel Nassa, un Grillo biologico che mette insieme freschezza e corpo, con delicate note floreali e fruttate.
I rossi? Spiccano il Syrah e il Nero d’Avola — in particolare il Patrono, una riserva DOC Noto che resta sulla memoria. Qui non ci sono mode: solo vigne secolari e una lavorazione pulita, lenta, com’è giusto per un biologico nato da subito e certificato dal 2018 su DOC Sicilia, DOC Noto e IGT.
Se arrivi, ti accoglieranno: Luisa, Corrado, Giusy… ognuno ti porta dentro la cantina, ti racconta aneddoti, ti mostra macchinari antichi. E il tempo si ferma, non per uno show, ma per dare spazio alla conoscenza. C’è chi ha scritto: “magical atmosphere… each wine tells a story”.
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Cosa rende Ramaddini speciale?
Non serve esagerare: basta guardare il territorio. Le vigne scendono verso il mare, il terreno è calcareo, la salinità nell’aria… e tutto diventa vino con carattere. Non è roba da supermercato, è cosa seria, è identità.
Ti viene da pensare: “Ma come si crea un’esperienza così?” La risposta è semplice: con autenticità. Coltivare senza forzare, valorizzare ciò che c’era già, persino riscoprire canalizzazioni d’epoca che parlano di un’industria vinicola iniziata prima dell’unità.
Il risultato? Una cantina viva, dove ogni calice è un dialogo con la storia, dove assaggi e riflettendo sorge spontanea una domanda: “Cosa racconterà questo sorso di me?”.
E se ti dicessimo che, tra degustazioni a 20 €, 35 € o l’esperienza “Dioniso” a 50 €, c’è posto per tutti? Non solo vino, quindi, ma un itinerario tra gusto, arte e cultura, condito di curiosità e calma.
Se cerchi una tappa che unisca radici e semplicità, senza fronzoli, Ramaddini è quel tipo di luogo che ti resta dentro. Ti incuriosisce? È il momento giusto per scoprirlo.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura