Ottanta anni, cinquant’anni di carriera sfavillante alle spalle e nessuna voglia di appendere il copione al chiodo. E’ un Michael Douglas a tutto tondo quello che ha ricevuto il Taormina Excellence Achievement Award nella suggestiva cornice del Teatro Antico della località siciliana. L’attore statunitense, due volte Premio Oscar e interprete di pellicole di respiro internazionale, da “Basic Instinct” ad “Attrazione fatale“, senza dimenticare la sua leggendaria performance in “Wall Street“, si è prestato con entusiasmo e gentilezza alle domande poste dagli studenti presenti alla masterclass, così come ha risposto con garbo alle domande poste dalla stampa.
Michael Douglas: da figlio di… ad artista di successo
Michael Douglas ha raccontato le tappe principali della sua carriera, nata all’ombra dell’eterno padre Kirk, anch’egli attore di successo, morto all’età di 104 anni.
(La professione attoriale) L’ho fatta per una certa rivalsa verso i miei genitori, entrambi attori. Ma io sono sempre un attore di seconda generazione: dovevo così dimostrare più degli altri, trovare la mia identità. Finalmente sono uscito dall’ombra di mio padre quando ho vinto l’Oscar con ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’. Solo allora mi sono sentito riconosciuto anche considerando che mio padre è stato in corsa tre volte per gli Oscar, ma non l’ha mai vinto. Insomma non è vero che se sei figlio di una star hai la strada spianata, per averla devi correre con le tue gambe.
Un uomo capace di uscire dal pesante cono d’ombra paterno, realizzato nel lavoro come nell’amore. Michael Douglas fa coppia fissa con la collega Katherine Zeta-Jones dal 2000, anno delle loro nozze. Nello stesso anno è nato il primogenito degli attori, Dylan Michael, seguito tre anni dopo da Carys Zeta. Douglas ha riservato parole di miele alla sua adorata consorte.
La mia più grande fortuna? Sposare mia moglie, Catherine Zeta-Jones. Ricordo di aver letto un articolo di una rivista che stava girando un film con Sean Connery e che le piacevano gli uomini più grandi e così mi sono fatto avanti.
La dura critica agli USA di Trump
Tanto delicato è il pensiero per la consorte e i suoi amati figli, tanto è dura l’invettiva contro un Paese, gli USA, che hanno dato i natali a Douglas ma che, al contempo, hanno mostrato il volto peggiore della propria “democrazia“.
Sono nato nel 1944, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, ma credo che oggi sia il periodo peggiore della storia: si continua a investire nelle guerre. È ridicolo e mi continuo a domandare perché la nostra intelligenza ci porti a questo. L’America ha una grande responsabilità del caos che stiamo vivendo. Mi scuso, mi vergogno e sono imbarazzo quando parlo con i miei amici messicani, canadesi ed europei.
L’immigrazione è oggi un problema in ogni Paese, anche in Italia. Ma lui (Trump) ha creato un tale dramma di questa situazione dicendo che tutti gli immigrati sono assassini e stupratori. E questo prima di essere eletto. Ha martellato con questi temi per mesi e mesi e così quando è diventato Presidente, è stato in grado di creare un potere esecutivo dicendo che gli Stati Uniti erano minacciati. L’immigrazione certo è un problema, ma per lui è stata benzina per il suo motore.
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