C’è un angolo di Sicilia dove l’Alta Moda prende forma tra memorie culturali, luce marina e tessuti pregiati. È ad Avola, in provincia di Siracusa, che Giusi Munafò porta avanti un progetto sartoriale unico, capace di intrecciare artigianato, design contemporaneo e racconto visivo.
Il suo atelier, nato nel 2001, è oggi molto più di un laboratorio di moda. È un luogo di creazione identitaria, dove ogni capo nasce da una riflessione sul paesaggio, sulla cultura e sull’essere donna nel presente. Cresciuta con la passione per l’arte e per la moda, la stilista ha alle spalle una formazione solida che spazia dal fashion design alla modellistica industriale, passando per la docenza e le collaborazioni con importanti atelier e brand nazionali.
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Una crescita costante
Il percorso di Giusi Munafò si distingue per la coerenza con cui ha sempre mantenuto uno sguardo doppio: da una parte la radice siciliana, dall’altra l’apertura verso il mondo. È così che le sue creazioni hanno attraversato confini, arrivando a calcare passerelle internazionali. Nel 2014 è tra i protagonisti della Bridal Fashion Week di New York con la collezione “Ricordi retrò mandorla”, mentre nel 2023, in collaborazione con Galizia Spose, presenta a Milano la capsule “Le Muse”, un tributo all’ispirazione femminile e al potenziale narrativo della moda.
Ma è negli ultimi mesi che il nome di Giusi Munafò è tornato a imporsi nel panorama della couture italiana con due eventi di particolare rilievo. Prima a Belgrado, nell’ambito della terza edizione di IFIB – Italian Fashion in Belgrade, poi a Tirana, la stilista ha portato in scena “Marea”, una collezione Primavera/Estate 2026 che parla con il linguaggio della natura e attualmente è presente con le collezioni in vendita nelle boutique in Italia.
Onde, riflessi, profondità e colori del Mediterraneo sono diventati suggestione visiva e tattile. Gli abiti, costruiti su linee eleganti ma dinamiche, giocano con l’organza di seta, il taffetà e i ricami a mano, in una visione che valorizza lo slow fashion e la sostenibilità. Inoltre, come affermato dalla stessa Giusi Munafò: “Partecipo a fiere internazionali a Milano. Ho partecipato a febbraio 2025 a Milano fashion week ai chiostri di San Barnaba con la collezione Alta Moda. Attualmente sono presente con le collaborazioni in boutique in diverse regioni d’Italia. Prossima domenica il 13 giugno sfilerò alla Sicily fashion week a Palermo”.
Curioso come proprio il mare – elemento in continuo movimento – sia stato scelto per raccontare una moda che si muove tra le onde del cambiamento, pur rimanendo ancorata a un forte senso di appartenenza. “Marea” non è solo un nome evocativo: è una dichiarazione d’intenti. Una moda che si lascia attraversare, che accoglie suggestioni senza snaturarsi.
Le Muse
Accanto all’Haute Couture, Giusi Munafò ha dato vita a un’altra linea dal respiro più urban e quotidiano: Le Muse. Nata come capsule ready to wear, è una collezione oversize che si ispira alle nove Muse della mitologia greco-romana. Un omaggio alla cultura e alla femminilità, declinato in T-shirt, blazer, gonne, felpe e accessori pensati per una donna contemporanea che non rinuncia alla bellezza, nemmeno nella vita di tutti i giorni.
E se ti dicessimo che ogni capo porta il nome di una Musa – Calliope, Clio, Tersicore, Melpomene, Urania, Thalia, Polimnia, Euterpe, Erato – e che ognuno è arricchito da un medaglione dipinto a mano, ricamato in 3D con piume, cristalli e pizzi pregiati? È proprio qui che si coglie la filosofia del brand: anche un capo casual può diventare narrazione. Anche un gesto quotidiano può contenere arte.
Non è solo una questione estetica. Tutto è realizzato con materiali ecosostenibili e cotoni organici, nel rispetto di una produzione etica e consapevole. Una scelta che ribadisce la volontà di Giusi Munafò di proporre un’alternativa concreta al fast fashion, riportando al centro il valore del tempo, della ricerca e della cura.
Ma la moda di Giusi Munafò parla una lingua universale. È profondamente legata alla Sicilia, ma sa farsi capire anche a migliaia di chilometri di distanza. Forse perché in ogni abito c’è una storia, e le storie – quelle vere – trovano sempre il modo di essere ascoltate.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura