Ci sono nomi che riemergono dal buio. Nomi legati a storie che l’Italia non ha mai davvero dimenticato. Uno di questi è Mario Maccione, ex membro del gruppo criminale noto come Bestie di Satana, oggi al centro di un nuovo caso mediatico.
A 16 anni veniva chiamato “Ferocity”. Oggi si presenta come una voce per chi soffre. Ma può davvero esserci redenzione, quando alle spalle ci sono tre omicidi e una setta satanica?
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L’adolescente delle tenebre
Mario Maccione era il più giovane dei componenti delle Bestie di Satana, una setta che ha seminato morte tra la fine degli anni ‘90 e i primi anni 2000, in Lombardia. I delitti furono compiuti in un contesto fatto di droga, riti satanici, manipolazione mentale e una visione deviata della realtà.
Maccione, classe 1983, era ancora minorenne quando entrò nel gruppo. Il suo ruolo? Quello del “medium”: affermava di poter comunicare con i demoni, ricevendo messaggi da entità oscure che, secondo lui, guidavano le azioni del gruppo.
Nel 2005 fu arrestato. La condanna: 19 anni e mezzo di carcere, per omicidio, concorso in omicidio e istigazione al suicidio. Ne ha scontati 13 e mezzo, uscendo nel 2017 grazie alla buona condotta e agli sconti di pena.
Oggi: una nuova vita… o una nuova provocazione?
Oggi Mario Maccione ha 41 anni e vive in Sardegna, insieme alla sua prima fidanzata, che ha ricominciato a frequentare dopo la scarcerazione. Ma non è questa la notizia che ha fatto esplodere le polemiche.
Nel 2024 ha annunciato la creazione di uno “sportello virtuale di ascolto”, rivolto a persone che soffrono di ansia, depressione o crisi personali. Un progetto online, con videochiamate da 5 euro, rivolto – dice lui – a chi ha bisogno di parlare con qualcuno che conosce il dolore.
Un’iniziativa che ha fatto discutere. Non tanto per l’idea in sé, quanto per la persona che la propone.
La reazione delle famiglie delle vittime
I familiari delle vittime della Uno Bianca e delle Bestie di Satana non ci stanno. Le loro parole sono lapidarie:
“È una provocazione. È assurdo che possa offrire aiuto psicologico quando ha distrutto delle vite.”
Alcuni lo definiscono “pericoloso”, “opportunista”, altri temono che possa esercitare una forma di manipolazione su persone fragili. Perché, anche se Mario Maccione ha scontato la sua pena, il suo passato resta. E non tutti credono al suo “cambio vita”.
Il libro: “Cambio vita”
Nel 2024 ha pubblicato anche un libro, dal titolo emblematico: Cambio vita. Un racconto autobiografico in cui cerca di spiegare la trasformazione interiore vissuta in carcere, il pentimento, il percorso spirituale e il desiderio di ricominciare.
Secondo lui, oggi è una persona diversa. Non cerca perdono – dice – ma comprensione.
Il confine tra diritto e memoria
La legge consente a chi ha scontato la pena di rifarsi una vita. Ma quando quella vita è collegata a un passato così atroce, il confine tra diritto e rispetto per la memoria delle vittime diventa sottile.
Può una persona che ha partecipato a omicidi rituali offrire supporto a chi soffre psicologicamente? È legittimo, o profondamente sbagliato? La società italiana si divide, ancora una volta, davanti a un nome che sembrava scomparso.
Mario Maccione oggi non è più il ragazzo vestito di nero che invocava il male. Ma sarà mai, per l’opinione pubblica, qualcuno di diverso da “Ferocity”?
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore