Chi è il padre di Simone Leoni? Silvio Leoni, l’ex parà che ha attaccato il figlio per difendere Vannacci

Serena Comito

Chi è il padre di Simone Leoni? Silvio Leoni, l’ex parà che ha attaccato il figlio per difendere Vannacci

Dietro ogni politico c’è una storia personale, ma nel caso di Simone Leoni, la vita familiare è diventata notizia nazionale. Il giovane leader di Forza Italia Giovani è finito al centro di un duro scontro pubblico con suo padre, Silvio Leoni, ex paracadutista ed ex inviato in zona di guerra.

Un conflitto che non è solo generazionale, ma anche ideologico. E che ha portato padre e figlio a confrontarsi sui giornali, a colpi di dichiarazioni e lettere aperte.

Un passato da militare e una stima profonda per Vannacci

Silvio Leoni ha un profilo lontano dai riflettori della politica tradizionale. È stato paracadutista della Folgore, con esperienze operative in zone di guerra come la Somalia. Proprio lì, nel 1993, ha conosciuto il generale Roberto Vannacci, diventato in seguito un volto controverso della cronaca e della politica.

I due hanno condiviso l’esperienza sul campo e da allora, Silvio Leoni ha mantenuto una forte ammirazione per il generale, che considera un esempio di coerenza e coraggio.

La rottura pubblica con il figlio

La miccia è esplosa quando Simone Leoni, da poco eletto segretario nazionale dei giovani di Forza Italia, ha attaccato pubblicamente Vannacci, definendolo “generale della codardia e della discordia”.

Una presa di posizione forte che ha suscitato la reazione immediata del padre, il quale ha scelto di rispondere non in privato, ma con una lettera pubblicata sul quotidiano Il Tempo. Parole durissime:

“Hai detto il falso. Non sei degno nemmeno di spolverare gli anfibi del generale Vannacci.”

Un giudizio che ha fatto il giro del web e acceso un dibattito acceso anche tra i simpatizzanti del partito.

Un figlio che si dichiara cresciuto senza di lui

A distanza di poche ore, è arrivata la replica di Simone Leoni. Più che una risposta politica, è stata una confessione personale:

“Sono cresciuto senza di lui. Ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha insegnato i valori cristiani del rispetto e della centralità della persona. In 24 anni non abbiamo mai condiviso nulla.”

Parole che lasciano trasparire una frattura profonda, ben oltre il caso politico. Il giovane segretario ha scelto di non arretrare, rivendicando con fermezza la propria posizione e la distanza non solo ideologica, ma anche affettiva, dal padre.

Uno scontro simbolico tra due visioni

Il confronto tra Simone e Silvio Leoni è diventato un caso mediatico, ma riflette anche qualcosa di più ampio. Da un lato, una generazione cresciuta in contesti militari, legata a valori di disciplina e gerarchia. Dall’altro, un giovane politico che vuole rappresentare una destra liberale e più vicina a un’idea europea, che prende le distanze dai toni divisivi di figure come Vannacci.

Lo scontro familiare si fa così simbolico: due Italie che non si parlano, due idee di patriottismo, due linguaggi inconciliabili. E nel mezzo, un figlio che si emancipa pubblicamente da un padre, e un padre che non accetta il cambio di rotta del figlio.

E ora?

Silvio Leoni, finora estraneo ai circuiti mediatici, si è ritrovato al centro della scena per una sola ragione: la scelta di difendere un ideale, anche a costo di rompere con il proprio sangue. Simone, dal canto suo, non sembra intenzionato a cercare una riconciliazione.

A prescindere da come finirà, la loro vicenda ha riportato al centro una verità semplice ma spesso dimenticata: la politica è fatta anche di relazioni umane. E a volte, queste relazioni fanno più rumore di mille discorsi.