Mancano ormai pochissimi giorni alla chiamata alle urne per il referendum dedicato a lavoro e alla cittadinanza agli stranieri. Le giornate di domenica 8 e lunedì 9 giugno potrebbero segnare un momento di svolta per il mondo del lavoro, dilaniato da morti in servizio, salari ridicoli, licenziamenti senza giusta causa. Il referendum, però, sarà ugualmente decisivo per i numerosi stranieri presenti su suolo nostrano, incastrati in un limbo che non li vuole totalmente italiani, ma li obbliga a rispettare norme e precetti tricolore. Cosa accadrebbe se in tutti i quesiti proposti vincesse il si?
Referendum: cosa cambia la vittoria del si
Cinque quesiti – quattro sul lavoro, uno sulla cittadinanza agli stranieri – che saranno ritenuti validi in caso si superi il quorum di votanti del 50% più uno del corpo elettorale: il referendum di domenica e lunedì prossimi potrebbero cambiare alcune tra le norme più controverse della nostra storia politica, sociale e lavorativa.
La vittoria del si nei quattro referendum sul lavoro potrebbero, infatti, portare a profonde variazioni su altrettanti temi ritenuti da sempre spinosi e motivo di conflitto tra maggioranza, opposizione e sindacati. Nel primo referendum (scheda verde), la vittoria del si condurrebbe al reintegro del lavoratore ingiustamente licenziato, rinnegando di fatto la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e rimettendo, soprattutto, in discussione il contorto Jobs Act di età “renziana”.
Il secondo referendum (scheda arancione) è dedicato alle piccole imprese e ai licenziamenti illegittimi all’interno di queste attività. La vittoria del si metterebbe nelle mani del giudice l’ammontare della cifra di risarcimento in base ad ogni singola situazione, eliminando tutti i limiti posti dalle norme esistenti.
Il terzo quesito sul lavoro (scheda grigia) riguarda la gestione della durata dei contratti a termine senza causali fino a un anno. Se vincesse il si, la causale dei contratti di lavoro sarà inserita anche al di sotto dei 12 mesi.
L’ultimo quesito sul mondo del lavoro (scheda rossa) disciplina la responsabilità solidale sulla sicurezza sul lavoro. In caso di vittoria del si, la responsabilità di infortuni o incidenti di varia entità sarà di tutti, comprese le aziende committenti.
L’ultima scheda (colore giallo) è dedicata alla combattiva tematica della cittadinanza italiana ai cittadini stranieri su suolo nostrano. Se vincesse il si, il tempo minimo di residenza in Italia per ottenere la cittadinanza si dimezzerebbe da 10 anni a 5, senza interruzioni.
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