Premio Strega 2025, ecco la cinquina finalista. La finale in onda su Rai 3 a luglio

Raffaella De Grazia

Premio Strega 2025, ecco la cinquina finalista. La finale in onda su Rai 3 a luglio

Lo scorso 4 giugno la vincitrice della scorsa edizione del Premio Strega Donatella Di Pietrantonio ha reso nota, nel suggestivo scenario del Teatro Romano di Benevento, la cinquina dei libri che si contenderanno l’ambito riconoscimento dell’edizione 2025. I voti della giuria dei 400 Amici della Domenica, sommati ai 245 votanti dall’estero selezionati da 35 Istituti italiani di cultura nel mondo e da 30 lettori forti scelti nel mondo delle professioni e dell’imprenditoria hanno composto la top five che il prossimo 3 luglio si contenderà la vittoria finale, aggiudicandosi il premio.

Premio Strega 2025, i big five in finale: chi sono

Nel corso della finale del 3 luglio, in onda su Rai 3 dal giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma con la conduzione di Pino Strabioli, i voti di partenza dei cinque finalisti verranno azzerati, in modo da garantire una competizione più equilibrata tra volumi che promettono di entusiasmare ogni tipologia di lettore. La scrematura dei 12 titoli avvenuta il 4 giugno ha condotto alla finalissima di luglio i seguenti titoli:

  • “L’Anniversario” di Andrea Bajani, edito da Feltrinelli: il ritratto di famiglia come forma di potere, portato avanti con estrema lucidità dal protagonista;
  • “Quello che so di te” di Nadia Terranova, edito da Guanda: uno sguardo femminile, un racconto personale ed intenso dipanato tra varie epoche, partendo dalle vicende della bisnonna dell’autrice;
  • “Perduto è questo mare” di Elisabetta Rasy, edito da Rizzoli: un racconto intimo, doloroso, potente, in una Napoli luminosa, nonostante i rumori e la distruzione della guerra. Un rapporto padre-figlia fragile, un legame con il proprio mentore ben più intenso;
  • “Chiudo la porta e urlo” di Paolo Nori, edito da Mondadori: un omaggio sentito e complesso al poeta Raffaello Baldini, colui che ha dato vigore alla lingua italiana e al dialetto romagnolo nella stessa maniera;
  • “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” di Michele Ruol, edito da Terrarossa: la storia di una perdita, pesantissima, di due figli. Due genitori che ricostruiscono, nelle parole dell’autore, le dinamiche di una tragedia, nel tentativo di dare senso ad un dolore incolmabile, insuperabile.