Decreto Sicurezza 2025, la Camera approva tra le proteste: 14 nuovi reati e nove aggravanti

Raffaella De Grazia

Decreto Sicurezza 2025, la Camera approva tra le proteste: 14 nuovi reati e nove aggravanti

Un’approvazione destinata a suscitare reazioni forti e contrastanti, di dividere il Paese in due fazioni ben nette in nome di una sicurezza che stentiamo a ritrovare, specialmente negli ultimi anni. Il Decreto Sicurezza 2025, noto anche come ddl n. 1509, è diventato realtà e ha introdotto 14 nuovi reati e nove aggravanti, suscitando da parte delle opposizioni un malcelato malcontento.

Cosa prevede il Decreto Sicurezza 2025: i punti salienti

Trentanove nuovi articoli, che spaziano tra l’uso illegale della cannabis sino all’occupazione abusiva, affrontando anche la delicata tematica degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Il Decreto Sicurezza 2025 è piuttosto complesso e alcuni dei suoi punti giudicati controversi hanno scatenato in Aula una pesantissima reazione da parte delle opposizioni, che per mostrare la propria contrarietà al via libera si sono seduti a terra.

Tra i punti più salienti del ddl Sicurezza, destinati a dividere l’Italia e gli Italiani, l’equivalenza della cannabis light ad altre droghe psicotrope tramite un emendamento che ne vieta l’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, l’invio, il trasporto e la consegna: un punto molto caro alla maggioranza guidata dalla Premier Giorgia Meloni, ma ritenuto uno dei più discutibili dell’intero Decreto Sicurezza.

Non mancano polemiche e proteste neanche attorno ai provvedimenti previsti per chi esercita blocco stradale con il proprio corpo e contro gli attivisti che imbrattano monumenti o altri edifici per sensibilizzare sul problema ambientale, nonché contro quella fetta di manifestanti identificati nel ddl come gli “Anti no-ponte“, coloro i quali, cioè, impediscono la realizzazione di infrastrutture opponendo resistenza alle forze dell’ordine.

Punto saliente del Decreto Sicurezza 2025 è senza dubbio quello che consente alle forze dell’ordine di portare anche fuori servizio un’arma senza licenza. Da tempo infiamma, infatti, il dibattito sull’uso illecito della forza da parte degli organi di Polizia sui manifestanti, mentre il ddl approvato nella giornata di ieri mira a salvaguardare questi professionisti, spesso vittime di aggressioni ma, a loro volta, anche diretti responsabili di azioni ritenute troppo “soffocanti” nei confronti dei manifestanti.

Stretta sulle madri detenute e sui ribelli in carcere

Il Decreto Sicurezza pone il punto anche per quanto riguarda le annose situazioni carcerarie, un problema sempre attuale nel nostro Paese, i cui istituti penitenziari sono pieni oltre il limite consentito e talvolta la situazione può diventare talmente ingestibile da degenerare in rivolte, anche dall’esito tragico.

Il ddl n. 1509 punisce anche i rivoltosi all’interno delle carceri: si può arrivare sino a 6 anni di detenzione per i partecipanti alla rivolta, che arrivano a 10 per gli organizzatori delle rivolte. Stretta, seppur parziale, anche per le neomamme o le genitrici di bambini fino ad un anno che potevano evitare la detenzione a causa della loro condizione. Il Governo ha deciso di mettere un freno alla messa in libertà di donne in procinto di diventare madri, rendendo facoltativo il rinvio della pena per queste donne. Una virata decisiva, nel tentativo di infliggere pene esemplari a tutte quelle borseggiatrici che ritornavano in libertà dopo qualche ora perché in stato interessante.

Cosa aspettarci dall’approvazione del Decreto

Il Decreto diverrà operativo, sconvolgendo molte dinamiche sia all’interno delle carceri, che nella quotidianità di ognuno di noi. Le proteste non mancheranno, così come i tentativi di aggirare alcune postille del ddl ritenute assurde da una buona fetta della classe politica nostrana. Solo con il tempo potremo giudicare la validità di un Decreto, destinato ad essere condannato ancor prima della sua effettiva applicazione.