Rkomi si confessa: “A Sanremo ho osato troppo”. Tour in partenza a luglio

Raffaella De Grazia

Rkomi si confessa_ A Sanremo ho osato troppo_Tour in partenza a luglio

Recentemente è salito sul palco del Radio Zeta Future Hits Live, dove ha fatto cantare i suoi fan al ritmo di un singolo, “Il ritmo delle cose“, tanto intenso quanto, purtroppo, incompreso. Rkomi è cresciuto, o meglio, ha mostrato il lato più vero di sé. Smessi i panni del bad boy dall’aria sexy, il cantautore classe 1994 – all’anagrafe Mirko Manuele Martorana – ha deciso di svelare alcuni risvolti dolorosi ed inediti della sua vita in occasione del suo tour che prenderà il via il prossimo 9 luglio a Firenze.

Rkomi e la parentesi sanremese: “Ho osato troppo”

La kermesse sanremese, che ha visto trionfare Olly, non ha tributato il milanese dal passato turbolento. Rkomi, infatti, oltre ad essere preso in giro per l’uso del corsivo nel suo brano in gara, si è purtroppo classificato al penultimo posto. A posteriori, il cantante e rapper è riuscito a razionalizzare il motivo del suo insuccesso, nonostante la bellezza e la profondità de “Il ritmo delle cose“.

Ho osato troppo, probabilmente. Volevo fare una piccola rivoluzione e non ne sono stato capace. Il pubblico si aspettava un’altra Insuperabile, ma non avrebbe avuto senso, parliamo di un disco diverso. Avevo messo in conto appena qualche posizione in più, rispetto alla penultima, nient’altro. Sono sereno. Ma tanti, da fuori, erano convinti che fossi sprofondato nel dramma. C’è “musica” e “burocrazia”: io me ne sono fregato – forse troppo – della burocrazia.

E’ un Rkomi senza filtri quello che ha raccontato gli aspetti più duri della sua giovinezza: una confessione onesta, per niente edulcorata, che mostra quanto abbia influenzato tutto il percorso – artistico, ma non solo – del 31enne. Uno degli episodi che ha segnato la sua esistenza è stato assistere, senza poter reagire, all’aggressione ai danni di sua madre da parte del suo compagno.

Era il primo peso che volevo togliermi. Avevo nove anni, ho provato una rabbia senza senso, sarei voluto intervenire. Mi ha fermato mio fratello grande.

I riferimenti importanti – il sopracitato fratello maggiore, lo zio, gli amici – i lavori saltuari, il difficile contesto sociale, l’elaborazione della sofferenza: questi e altri elementi costituiscono l’album dell’artista, “Decrescendo“, uscito lo scorso 23 maggio.

Decrescere è andare in profondità per liberarsi dal troppo che soffoca e per tornare all’essenziale, non tradirsi, come quando eravamo bambini. La copertina del disco è una foto salvata da un recente trasloco di mia madre: ho 5 anni e sono con i compagni della materna, tutti sorridono tranne me, e non perché fossi un bambino triste, ma era perfetta per dire: “La felicità non può essere in posa”.

Un perfetto mix di generi, duetti con i “fratelli” di sempre, come Tedua e Bresh, citazioni alla propria vita, la ricerca di quell’onestà che può anche fare male: l’ultimo lavoro di Rkomi, composto da 18 canzoni, è un vero colpo al cuore, la ricostruzione, tramite un processo di decrescita, di ciò che è davvero essenziale.

Rkomi: “Il ritmo delle cose” (video ufficiale)