E se ti stai chiedendo cosa significa per chi vuole diventare professore universitario, la risposta è semplice: cambia tutto.
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Una rivoluzione attesa (e necessaria)
La riforma porta la firma della ministra dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini. L’obiettivo? Snellire le procedure, premiare il merito reale e dare più autonomia alle università. Dopo anni di lamentele sul sistema dell’ASN – complicato, pieno di abilitati senza cattedra e con meccanismi poco trasparenti – si è deciso di voltare pagina.
Le novità più importanti
- Stop all’ASN: non sarà più necessario superare l’Abilitazione Scientifica Nazionale. I candidati dovranno solo autocertificare di avere i requisiti scientifici minimi richiesti, tramite una piattaforma online gestita dal Ministero.
- Valutazioni ogni 2 anni: i docenti già in ruolo saranno sottoposti a una valutazione biennale. I risultati influenzeranno anche i fondi destinati agli atenei: chi lavora bene, ottiene di più.
- Selezioni locali, non nazionali: saranno le singole università a organizzare i concorsi, con commissioni composte da un membro interno e altri sorteggiati tra docenti dello stesso settore in tutta Italia.
- Più soldi agli atenei virtuosi: chi seleziona e assume i prof migliori verrà premiato con maggiori risorse. È un modo per incentivare qualità e competitività tra le università.
Un sistema più agile, più europeo
L’idea alla base della riforma è semplice: rendere l’università italiana più dinamica, meno ingessata, più vicina ai modelli internazionali. Non solo: il nuovo sistema punta anche a favorire la mobilità, sia interna (tra atenei italiani) che esterna (verso l’estero), senza barriere burocratiche inutili.
Inoltre, tutto è pensato per rispondere agli obiettivi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che richiede riforme strutturali in cambio dei fondi europei.
FAQ – Cosa devi sapere in breve
- Quando entra in vigore la riforma?
È stata approvata dal Consiglio dei Ministri il 19 maggio 2025. Ora si attende l’iter parlamentare e i decreti attuativi. - Chi vuole diventare docente, cosa deve fare?
Dovrà autocertificare di avere i requisiti minimi (scientifici, didattici, ecc.) su una piattaforma del Ministero. Niente più ASN. - Chi valuta i candidati?
Ogni università forma la sua commissione: un membro interno + altri sorteggiati tra esperti dello stesso settore da tutta Italia. - E per chi è già in ruolo?
Valutazioni biennali. In base ai risultati, gli atenei riceveranno premi economici. Insomma: chi lavora bene viene valorizzato. - Cosa cambia per le università?
Più libertà di scelta, ma anche più responsabilità. Gli atenei che puntano sulla qualità avranno più fondi a disposizione.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore