C’è un nome che nelle ultime settimane è spuntato sui giornali, nei titoli dei telegiornali e sui social. Ma chi è Cecilia Parodi, e perché se ne parla così tanto?
Fino a poco tempo fa, era una figura poco conosciuta fuori da certi ambienti online. Una scrittrice autodidatta, attiva sui social, dove ha costruito una piccola community parlando di politica, cultura e attualità in modo diretto, a tratti provocatorio. Ma nel luglio 2024 ha pubblicato un video che ha cambiato tutto.
Il video, le parole e la reazione
Nel filmato in questione, diffuso su Instagram, Parodi ha espresso opinioni molto pesanti contro il popolo ebraico, con riferimenti espliciti alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah. Il video ha suscitato reazioni immediate: tra indignazione, denunce e segnalazioni, la vicenda è finita in Procura.
Il caso ha preso rapidamente forma. La Procura di Milano ha avviato un’indagine e ora l’accusa è seria: diffamazione aggravata dall’odio razziale e istigazione alla discriminazione. Il pubblico ministero ha già chiesto il rinvio a giudizio. La prima udienza preliminare è fissata per il 26 giugno 2025.
Il profilo di Parodi
Cecilia Parodi si definisce “una cinquantenne senza etichette”. Non risulta affiliata a partiti, movimenti o organizzazioni. Ha pubblicato qualche libro in autonomia, ma la maggior parte della sua visibilità arriva dai social, dove è nota per il linguaggio polemico e per alcune prese di posizione molto nette.
Dice di sentirsi sotto attacco. Sostiene di essere stata fraintesa. Ma le parole usate nel video, almeno a leggere le carte dell’accusa, sembrano difficili da interpretare in altro modo.
Liliana Segre si costituisce parte civile
La senatrice Segre, assistita dall’avvocato Vincenzo Saponara, ha annunciato la volontà di costituirsi parte civile nel processo. Un gesto non solo personale, ma anche simbolico. Perché se la giustizia dovrà dire la sua, resta il peso morale di ciò che è stato detto e condiviso pubblicamente.
Oltre il caso
Quello che è accaduto con Cecilia Parodi non è solo una vicenda giudiziaria. È lo specchio di un clima che, a volte, online si fa tossico. Dove l’insulto prende il posto del confronto, e il confine tra opinione e odio si fa sempre più sottile.
Forse è proprio questo il nodo più delicato: in un’epoca dove tutti parlano, serve anche imparare a rispondere di ciò che si dice.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore