Novità sulla Tari: bonus atteso ma ancora in stallo, e alcuni Comuni posticipano le scadenze. Cosa succede e perché c’è confusione
Il 2025 doveva essere l’anno del grande debutto del bonus Tari su scala nazionale. Dopo anni di tentativi sparsi e norme a singhiozzo, finalmente un aiuto concreto per le famiglie con redditi bassi. Almeno sulla carta. Perché, a conti fatti, tutto è ancora fermo. I decreti attuativi non sono pronti, e senza quelli non si va da nessuna parte. Il risultato? Un miscuglio di incertezza, scadenze posticipate e cittadini che non sanno bene cosa aspettarsi.
Perché ci sono i ritardi
Non è una novità che le promesse fiscali tardino ad arrivare. Già nel 2019 si parlava di questo bonus, previsto dal decreto 124. Ma solo adesso è stato riconosciuto a livello nazionale. Nel mezzo, anni di burocrazia, scaricabarile e rinvii. Il provvedimento che lo rende operativo è entrato in vigore a fine marzo 2025. Ma da lì alla piena attuazione passeranno altri mesi, forse l’estate intera.
In concreto, cosa significa tutto questo? Che molti Comuni hanno dovuto cambiare il calendario dei pagamenti della Tari. Prendiamo Bologna, ad esempio. Inizialmente si parlava del 30 giugno per la prima rata. Adesso, invece, si potrà pagare entro il 30 settembre, tutto in una volta o a rate. La seconda scadenza, però, resta fissata per dicembre. Una mossa che ha un suo senso: senza regole chiare su come calcolare e applicare il bonus, meglio aspettare piuttosto che fare pasticci.
Una riforma ancora lontana?
Il vero problema sta nel fatto che la norma prevede anche l’introduzione della componente perequativa. Tradotto: un piccolo contributo da parte di tutti, per finanziare il bonus destinato ai più fragili. Ma senza istruzioni precise su come integrarla nei bollettini, si rischia il caos. E infatti, per ora, siamo nel limbo. Alcuni Comuni hanno deciso di andare avanti con le scadenze vecchie, altri hanno posticipato tutto in attesa di capire come muoversi. Intanto i cittadini ricevono avvisi di pagamento poco chiari o, in certi casi, non li ricevono affatto. Ma attenzione: non ricevere il bollettino non significa essere esentati dal pagamento.
Il paradosso è che questa riforma, se gestita bene, potrebbe davvero alleggerire la Tari per migliaia di famiglie. Ma siamo ancora lontani da una situazione stabile. Finché Arera non scioglierà i nodi tecnici, resta tutto in sospeso. E il rischio che si trasformi nell’ennesima riforma abbozzata è più che fondato.
Mi chiamo Antonetta Del Prete, classe 1991 e sono laureanda in Lettere. Da sempre mi piace leggere libri, soprattutto i fantasy, e scrivere in particolare di cinema, gossip, spettacolo, serie TV e tanto altro.