A volte, certe storie sembrano uscite da un film di fantascienza. Eppure compaiono, nero su bianco, tra le carte di agenzie governative. È il caso di un documento declassificato dalla CIA, che racconta un presunto evento avvenuto in Siberia negli ultimi anni dell’Unione Sovietica. Un incidente talmente assurdo da sembrare impossibile. E proprio per questo, affascinante.
Secondo il rapporto, 23 soldati sovietici sarebbero stati trasformati in pietra dopo l’esplosione di luce emessa da un UFO. Sì, pietrificati. Letteralmente.
L’episodio: un abbattimento, poi la luce
Il documento – che non è un resoconto diretto della CIA, ma una traduzione di un articolo apparso su giornali come Weekly World News e il quotidiano ucraino Holos Ukrayiny – racconta che durante un’esercitazione militare in Siberia, i soldati sovietici avrebbero abbattuto un oggetto volante non identificato utilizzando un missile terra-aria.
Fin qui, uno scenario non così inedito. Ma è quello che sarebbe successo dopo a rendere tutto irreale.
Dal relitto sarebbero usciti cinque esseri umanoidi, che – nel giro di pochi secondi – si sarebbero fusi in una sfera di luce accecante. Quella stessa luce avrebbe colpito in pieno i militari, trasformandoli in colonne di pietra. Solo due soldati si sarebbero salvati perché riparati, in parte, dall’esplosione.
Il materiale, secondo la ricostruzione, sarebbe stato recuperato e trasportato in una base segreta vicino Mosca. E poi? Silenzio.

Un documento CIA… che lascia domande
La CIA conserva davvero un documento su questa vicenda. È stato declassificato nel 2013, e circola in rete da anni. Non è un report investigativo, ma la traduzione e sintesi di articoli di stampa. Non ci sono prove, né conferme. Ma il solo fatto che l’intelligence americana abbia ritenuto utile archiviare quella storia, basta a tenere viva la curiosità.
C’è anche una frase significativa attribuita a un presunto agente CIA: “Una terribile immagine di vendetta aliena. Se questo è vero, queste creature possiedono una tecnologia inimmaginabile.”
Frase suggestiva, certo. Ma quanto è reale?
Realtà, leggenda o disinformazione?
Facciamo un passo indietro. Siamo negli anni ’90. L’URSS è appena crollata. In quel caos, molti dossier del KGB vengono trafugati, venduti, copiati. E da lì emergono una valanga di storie – alcune plausibili, altre completamente surreali. La vicenda dei soldati pietrificati rientra, per molti analisti, in questa seconda categoria.
Diversi ex agenti e analisti della CIA hanno dichiarato apertamente che si tratta quasi certamente di disinformazione o, nella migliore delle ipotesi, di una leggenda urbana sovietica.
Eppure, il documento esiste. Ed è sufficiente a tenere in vita la domanda.
Perché certe storie non muoiono mai?
La forza di racconti come questo sta proprio nell’ambiguità. Nessuna conferma, nessuna smentita ufficiale. Solo un documento reale che descrive un fatto probabilmente irreale. Un paradosso perfetto per alimentare teorie, dubbi, speculazioni.
E poi c’è un elemento da non sottovalutare: la paura dell’ignoto. In fondo, l’idea che “qualcosa” là fuori possa non solo osservarci, ma anche reagire con potenza devastante, accende immaginari e paure profonde.
Una storia da dimenticare o da ricordare?
Forse non sapremo mai se in Siberia, un giorno, qualcosa di straordinario sia davvero accaduto. Ma questa storia continua a circolare, ad alimentare dibattiti, a entrare nei podcast, nei forum, nei documentari underground. E, soprattutto, a ricordarci quanto siamo attratti – e al tempo stesso terrorizzati – dall’idea di non essere soli.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore