Marzia Cillocu è la terza donna ad essere Alter Nos per la Festa di Sant’Efisio. Una storia che unisce memoria familiare e impegno civico
Marzia Cillocu, nata a Cagliari il 9 aprile del 1968, è la terza donna a vestire la fascia tricolore come Alter Nos nella lunga e articolata storia della Festa di Sant’Efisio. Un incarico che ha accettato con visibile emozione, anche per un legame familiare importante: suo nonno, Marino Cao, documentò con coraggio la processione del 1943, mentre le bombe cadevano sulla città. Un dettaglio che non è passato inosservato, e che lei stessa ha ricordato con una punta di commozione.
La cerimonia
La cerimonia ufficiale si è tenuta a Palazzo Bacaredda, dove il sindaco Massimo Zedda le ha consegnato il Toson d’Oro – una decorazione che risale addirittura al regno di Carlo II di Spagna – insieme alla fascia che, simbolicamente, la investe del compito di rappresentare l’amministrazione comunale fino al rientro del Santo, il 4 maggio.
“È un onore” ha detto lei, senza troppi giri di parole, “rappresentare la città, le donne, tutte e tutti.” Una frase semplice ma non scontata, che racchiude un senso forte di appartenenza e responsabilità. In un periodo in cui ancora si parla di guerre e tensioni, Cillocu ha auspicato che il pellegrinaggio – quello che ogni anno unisce fede e tradizione – possa diventare un momento di pace.
La carriera di Marzia Cillocu
Dietro al ruolo simbolico dell’Alter Nos, c’è una donna con un curriculum piuttosto variegato: laureata in architettura d’interni allo IED di Cagliari, consigliera comunale dal 2019, già assessora alle attività produttive e alle pari opportunità, e oggi anche vicepresidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane. Nella sua vita lavorativa ha fatto un po’ di tutto: insegnato decorazione floreale, organizzato eventi, gestito vendite in gioielleria e coordinato arredi per uffici. Insomma, un percorso tutt’altro che lineare, e forse proprio per questo interessante.
In mezzo a questo mosaico di esperienze, Marzia Cillocu sembra aver trovato, in questo incarico, una sintesi particolare: tra il passato di famiglia, l’impegno per la città e un presente che non si limita a timbrare presenze nei palazzi. Non è facile trovare ruoli che, pur essendo simbolici, non suonino vuoti. Questo, almeno per ora, non sembra essere uno di quelli.
Mi chiamo Antonetta Del Prete, classe 1991 e sono laureanda in Lettere. Da sempre mi piace leggere libri, soprattutto i fantasy, e scrivere in particolare di cinema, gossip, spettacolo, serie TV e tanto altro.