Chi è Francis Delacroix? Vita privata e carriera del fotografo che ispira Lucio Corsi

Antonetta Del Prete

Chi è Francis Delacroix

Francis Delacroix, fotografo piemontese e amico intimo di Lucio Corsi, è protagonista di una canzone del nuovo album del cantautore

Francis Delacroix non è il nome di un romanziere francese né un pittore decadente di fine Ottocento. È invece l’identità scelta da Francesco Cerutti, classe ’95, cresciuto a Volpiano, paesino piemontese. Delacroix è diventato in questi mesi una sorta di personaggio mitologico: amico, musa e soggetto di una canzone di Lucio Corsi, il cantautore toscano che ha stregato Sanremo con Volevo essere un duro.

Francis Delacroix e Lucio Corsi

Corsi non si è limitato a citare l’amico: l’ha portato in tv, a “Domenica In”, presentandolo al pubblico come si presenta un fratello fuori posto a una cena elegante. Con affetto, ironia e quel senso di familiarità che ti fa dimenticare che sei davanti a milioni di persone.

La canzone si intitola proprio Francis Delacroix, ed è dentro l’album uscito a marzo 2025. “È un nostro amico fotografo realmente esistente originario di Volpiano, è un amico immaginario, è un talkin’ blues”, ha scritto Corsi. Un ossimoro vivente, insomma, come certi personaggi che sembrano usciti da un film di Jarmusch.

Carriera di Francis

Francesco Cerutti ha iniziato a scattare sul serio nel 2016. È andato a Los Angeles, ha gironzolato per la scena underground, ha conosciuto i tipi di Odd Future, e da lì ha cominciato a infilarsi ovunque: trapper italiani, stilisti, riviste. Ha lavorato con Moschino, Luisa Via Roma, la Dark Polo Gang, Psicologi, Tauro Boys, Tedua. E pure con Moise Kean, immortalato nel 2019 per la copertina di SoccerBible.

Quello tra Francis e Lucio non è un sodalizio artistico da comunicato stampa. È più un’alleanza stramba, come se due personaggi usciti da epoche diverse si fossero incrociati in un bar di provincia. Forse non sapremo mai dove finisce l’uomo e dove inizia il personaggio. Ma come ha detto Corsi, “Francis rinchiude voci nelle foto”. Che è un modo strano ma efficace per dire che i suoi scatti parlano, anche se non dicono mai tutto. E forse è proprio questo il punto.