Esistono personaggi televisivi che trascendono il tempo, diventando icone di un modello televisivo del quale, spesso e volentieri, sentiamo la mancanza. Se dovessimo identificare un personaggio che in Rai ha incarnato proprio questo canone, allora Giovanni Muciaccia sarebbe il primo nome sulla lista. L’attore e conduttore, diventato famoso per il contenitore per ragazzi “Art Attack“, è sparito dai radar televisivi da qualche tempo, ma non è mai stato dimenticato dal suo pubblico di allora, nel frattempo cresciuto e, perché no, diventato genitore.
Giovanni Muciaccia, vita e carriera
Nato a Foggia il 26 dicembre 1969, Giovanni Muciaccia muove i suoi primi passi nello spettacolo formandosi in primis come attore teatrale. Il suo esordio sul piccolo schermo risale al 1992, quando diventa conduttore di “Disney Club“, format per ragazzi che vantava nomi importanti nel proprio cast, da Carolina Di Domenico fino ad Ettore Bassi, passando per Massimiliano Ossini.
Nei due anni successivi conduce la trasmissione “La banda dello Zecchino“, ma è nel 1998 che il “fenomeno Mucciaccia” esplode, grazie alla conduzione del programma “Art Attack“, trasmesso su Disney Channel e su Rai 2. Il format, diventato un autentico cult non solo tra i più piccoli, metteva alla prova il talento artistico che risiede in ognuno di noi, attraverso tutorial semplici e grazie alla presenza di Neal Buchanan, il grande artista capace di realizzare dei capolavori utilizzando oggetti comuni.
Sposato con l’ex concorrente di Miss Italia Chiara Tribuzio, la coppia ha due figli: Edoardo, 14 anni, e Maria Vittoria, 9.
La polemica con Carlo Freccero
Nel corso della sua lunga carriera in Rai, Giovanni Muciaccia ha preso parte ad altre trasmissioni di successo, ma “Art Attack” resta sempre il format che ha lanciato la sfolgorante carriera del foggiano. A partire dal 2019, però, l’improvvisa e drammatica svolta, per mano dell’allora Direttore di Rete Carlo Freccero.
Ci sono rimasto malissimo quando sono stato fatto fuori dalla Rai: mi aggiravo come uno zombie tra viale Mazzini e viale Clodio, come se mi avessero tirato due sberle. Era novembre 2019. Ho avuto la sfortuna di imbattermi in un direttore di rete, Carlo Freccero, che in un anno ha deciso di chiudere 10-12 programmi immotivatamente. Io all’epoca stavo facendo “Cinque cose da sapere” e “La porta segreta”: niente, spazzato via tutto. Non avendo paracadute politici mi sono ritrovato a casa: è stato uno choc, una forma di violenza.
Dopo la fine della sua sfavillante ascesa televisiva, però, Muciaccia non ha mollato e, oltre a coltivare la rischiosa passione per il kitesurf, continua a dedicarsi allo spettacolo, seppur in modo diverso.
Alla fine vivo ancora di Art Attack perché da quando ho iniziato il programma mi sono messo a studiare l’arte, e oggi la divulgo attraverso gli spettacoli teatrali e le ospitate che faccio tra festival ed eventi. Ho un pubblico di tre generazioni super affezionato che mi segue.
Nonostante speri di tornare nello sfavillante mondo dello showbiz, Muciaccia non è disposto a prendere parte ad una particolare tipologia di trasmissione: i reality show.
Ho detto una marea di no nella mia vita, reality tipo “L’Isola dei famosi” me l’hanno proposto quattro volte. Non lo farei mai perché non si mangia, per me impensabile, e poi perché non è un’esperienza secondo me professionale. Ognuno fa quello che vuole, ma penso che quel tipo di programmi li accetti se hai sperperato tutto e ti servono soldi.
Pubblicista e appassionata di Spettacolo a 360 gradi.
Scrivo soprattutto di cinema, televisione, musica.
Appassionata di fotografia, manga e… gatti!