Un nome che fino a pochi giorni fa era sconosciuto ai più, oggi è al centro della cronaca nazionale. Salvatore Calvaruso, 19 anni, originario del quartiere Zen di Palermo, è accusato di essere l’autore materiale della sparatoria avvenuta il 27 aprile 2025 a Monreale, una tragedia che ha scosso profondamente la Sicilia e l’intero Paese.
Secondo le ricostruzioni fornite dagli inquirenti, Calvaruso avrebbe aperto il fuoco durante una rissa in piazza, uccidendo tre giovani: Andrea Miceli, Salvo Turdo e Massimo Pirozzo, e ferendone altri due. Una strage improvvisa, feroce, nata in un contesto di tensioni giovanili ma sfociata in un’escalation drammatica e imprevedibile.
Un ragazzo cresciuto ai margini
Salvatore Calvaruso viene da uno dei quartieri più difficili di Palermo: lo Zen. Una zona spesso associata al degrado, ma anche alla voglia di riscatto. Secondo alcune fonti, Salvatore era appassionato di boxe, disciplina che praticava con dedizione e che aveva ereditato come passione dal padre.
Chi lo conosce lo descrive come un ragazzo chiuso, difficile da inquadrare, con un passato familiare complicato. In carcere è finito altre volte per episodi minori, ma nulla lasciava presagire un gesto così estremo.
L’arresto e la confessione
Dopo poche ore dalla sparatoria, Calvaruso è stato fermato dai carabinieri. Durante l’interrogatorio iniziale avrebbe ammesso:
“Ho fatto un macello.”
Ma davanti al magistrato si è poi avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale ha chiesto tempo per esaminare le prove, mentre l’indagine prosegue nel tentativo di chiarire ogni dettaglio.
Non si esclude che Salvatore non fosse da solo. Almeno quattro complici, anch’essi giovani provenienti da zone a rischio, sarebbero stati coinvolti nella rissa e nella successiva aggressione armata. Le immagini delle telecamere di sorveglianza stanno aiutando gli investigatori a identificarli.
Il dolore delle famiglie
Il quartiere di Monreale è sotto shock. Tre vite spezzate, altre segnate per sempre. Ma anche la famiglia di Calvaruso è distrutta. La madre, intervistata dai media, ha detto:
“Mi dispiace per quei ragazzi morti. Mio figlio è sempre stato un grande lavoratore, non so cosa gli sia preso.”
Parole che raccontano lo smarrimento di una madre, travolta da una vicenda che sembra uscita da un film, ma che è purtroppo fin troppo reale.
Dove si trova ora
Salvatore Calvaruso è attualmente detenuto nel carcere di Pagliarelli, a Palermo. Le indagini vanno avanti e l’attenzione mediatica sul caso resta altissima. Non si conoscono ancora i tempi del processo, ma la Procura parla di omicidio plurimo aggravato e detenzione illegale di arma da fuoco.
Quel giorno di aprile resterà una ferita aperta. E Salvatore Calvaruso, da ragazzo di periferia appassionato di boxe, è diventato il volto oscuro di una tragedia che il Paese non dimenticherà facilmente.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore