Chi è il cardinale protodiacono: la voce dell’Habemus Papam oggi è Dominique Mamberti

Serena Comito

Cardinale Dominique Mamberti: chi è, cosa sappiamo su di lui e perché il suo ruolo sarà molto importante nell’elezione del nuovo Papa

C’è un momento, dopo ogni conclave, che il mondo intero aspetta in silenzio. La loggia centrale di San Pietro, la folla che trattiene il respiro. Poi, una figura si affaccia. Pronuncia poche parole, in latino, che segnano la storia: Habemus Papam. Quella voce, quella presenza discreta ma centrale, appartiene al cardinale protodiacono. E oggi, quel ruolo è nelle mani di Dominique Mamberti

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Il ruolo: visibile solo per un attimo, ma cruciale

Il protodiacono non è un cardinale qualsiasi. È colui che, tra i diaconi del Collegio cardinalizio, è stato creato per primo. È a lui che spetta, nei momenti chiave, il compito di annunciare al popolo il nome del nuovo Papa. E non solo: è anche lui che impone il pallio al pontefice eletto, durante la Messa d’inizio pontificato. Funzioni cerimoniali, certo. Ma dal peso simbolico enorme. In pratica: è la prima voce della nuova era.

Chi è Dominique Mamberti

Classe 1952, nato a Marrakech da famiglia francese, Mamberti non è un volto da prima pagina, ma nel mondo vaticano è una figura di lungo corso. Entra nella diplomazia della Santa Sede nei primi anni ’80, e da lì inizia un percorso silenzioso ma costante.Lavora in Paesi complessi: Algeria, Sudan, Libano, e perfino alle Nazioni Unite.

Nel 2006 diventa Segretario per i Rapporti con gli Stati: una sorta di ministro degli Esteri del Vaticano. Lo è per otto anni, in una fase tutt’altro che semplice per la Chiesa. Nel 2015, Papa Francesco lo nomina cardinale. Poi gli affida la guida del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, il vertice del sistema giudiziario vaticano. Il 28 ottobre 2024, dopo la morte del cardinale Martino, Mamberti diventa ufficialmente cardinale protodiacono. È il primo in ordine tra i diaconi. Il che, in parole semplici, significa una cosa: se ci sarà un nuovo Papa, sarà lui a dircelo per primo.

Ma resterà in carica?

Qui la questione è tecnica. Secondo le regole, dopo dieci anni dalla nomina cardinalizia, un cardinale diacono può chiedere di diventare presbitero. Per Mamberti, quella scadenza arriva a febbraio 2025. Se farà questa scelta, lascerà il titolo di protodiacono. A quel punto toccherà al successivo: Mario Zenari, nunzio in Siria. Ma, per ora, la voce dell’Habemus Papam resta la sua. Chi conosce Mamberti lo descrive come un uomo misurato. Nessun eccesso, nessuna smania di visibilità. Uno che lavora dietro le quinte, con rigore, senza perdere la bussola. Proprio il tipo di figura che, nei momenti solenni, sa tenere la scena senza volerla rubare.

Come sappiamo, a breve inizierà il conclave, per inciso il 7 maggio. Dopo la morte di Papa Francesco, tutto il mondo è con il fiato sospeso per l’elezione del nuovo Papa. Dominique Mamberti, dunque, in qualità di cardinale protodiacono, dopo la morte di Papa Francesco sarà il responsabile dell’annuncio dell’elezione con la formula “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam”, seguita dal nome del cardinale eletto e dal nome pontificale scelto.