Lutto nazionale in Italia: cosa prevede e cosa si ferma durante i giorni di cordoglio ufficiale

Elide Groppi Munoz

lutto nazionale

Il governo ha deciso per 5 giorni di lutto nazionale, ma cosa prevede questa misura? Questa è una misura molto simbolica e istituzionale, che si utilizza con lo scopo di commemorare la memoria di figure di rilevanza per la nazione oppure eventi che l’hanno scossa o tragedie (per esempio, le vittime di stragi o attacchi terroristici). La durata può variare, ma vediamo cosa questa misura prevede nello specifico.

Obblighi e facoltatività durante il lutto

Tutte le istituzioni pubbliche devono tenere la bandiera a mezz’asta in segno di rispetto. I membri del governo poi devono cancellare i propri impegni pubblici. Al contrario le attività commerciali ed i negozi godono della facoltà di decidere come comportarsi, cioè se chiudere o meno per tutto il periodo indicato.

Eventi pubblici e sportivi

Questo genere di eventi, non devono essere necessariamente cancellati ma possono essere annullati o ridotti in segno di rispetto. Un esempio le partite di Serie A sono state posticipate all’ultimo momento, con grande disappunto di coloro che erano già partiti per le varie trasferte. Altre preoccupazioni sono state sollevate perché questo lutto nazionale si sovrappone alle celebrazioni del 25 aprile, col rischio di oscurare il giorno della Liberazione.

Le polemiche e il fraintendimento sul concetto di Stato laico

Puntuale è arrivata la polemica quando viene proclamato il lutto nazionale in occasioni simili sulla presunta violazione del principio di laicità dello Stato. Queste idee si basano molto spesso su una comprensione parziale, o addirittura errata, del concetto di “Stato laico”.

Questo perché giuridicamente la laicità della Repubblica italiana ha un significato ben specifico che non implica una rigida separazione tra Stato e Chiesa come in Francia. In realtà abbiamo una posizione equidistanza e imparzialità rispetto a tutte le confessioni religiose, cosa prevista all’articolo 7 della Costituzione e confermata dalle numerose pronunce della Corte costituzionale.

Quindi in buona sostanza laicità non significa Stato ateo, ma nessun favoritismo verso alcuna religione. Non possiamo negare che storicamente il Vaticano abbia un ruolo di rilievo, svolto soprattutto da alcune figure come lo fu per Giovanni Paolo II o Benedetto, ma è bene ricordare che questa misura venne adottata anche per gli ex Presidenti della Repubblica Giovanni Leone, Carlo Azeglio Ciampi Giorgio Napolitano, per ricordare David Sassoli o ancora a seguito dell’attentato di Nāṣiriya o più recentemente per omaggiare le vittime del terremoto in Centro Italia, quelle del Ponte Morandi di Genova quelle delle alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna o delle persone che hanno lottato contro la criminalità organizzata e le mafie.

Insomma una valenza di grande rilievo simbolico che omaggia la persona e non la sua appartenenza religiosa, facendoci capire che questa misura ha soprattutto una forma si è fondata sulla rilevanza istituzionale e simbolica della persona scomparsa. Dunque, la proclamazione del lutto nazionale non infrange il principio di laicità e ridurre il dibattito a un presunto “cedimento” della laicità rischia quindi di banalizzare una questione complessa e di ignorare il significato autentico della parola “laico” nella sua accezione costituzionale.