Alanina Aminotransferasi alta o bassa: sintomi, cosa indica, cosa fare, quando preoccuparsi

Annarita Faggioni

cosa comporta l'alanina aminotransferasi alta o bassa

Alanina Aminotransferasi alta o bassa: sintomi, cosa indica, cosa fare, quando preoccuparsi? Tutte le informazioni

Alanina aminotransferasi: cosa indica e cosa vuol dire? Tutte le informazioni dalla rubrica di salute e benessere. L’alanina aminotransferasi è un enzima che si trova tra le cellule dei tessuti muscolari, nel cervello, nel fegato e nei reni. Si può trovare anche in scheletro e cuore, ma in forma minore.

L’enzima è uno dei protagonisti del metabolismo. Infatti, fa parte del procedimento che divide le sostanze nutritive del cibo dagli scarti. Si chiama anche alanina aminotransferasi alt -sgpt e serve per capire se il fegato funziona bene.

Alanina aminotransferasi alta: cosa indica?

Alanina aminotransferasi valori alti possono indicare ostruzione biliare. A un analisi del sangue, sono campanelli di allarme di una serie di malattie, come:

  • infarto miocardico;
  • traumi;
  • malattie muscolari.

L’alanina alta si chiama anche alanina aminotransferasi alt gpt.

Alanina aminotransferasi alta cause e sintomi

Quali sono le cause di un’alanina troppo alta? Oltre alle malattie, tra le cause ci sono cirrosi epatica, ipotiroidismo e metastasi al fegato. I sintomi di alanina alta sono: pelle e occhi gialli, problemi al fegato, lesioni localizzate dolorose.

Se parliamo di un valore altissimo, i sintomi sono danno epatico acuto e necrosi tumorale. Invece, se i dati sono alti, ma non altissimi, la persona può avere infarti e problemi ai reni, colpi di calore ed emolisi. Ci sono casi dove un’alanina elevata è normale, come in gravidanza. L’aumento è considerato normale anche nei bambini, perché si trovano nel loro momento di crescita.

Alanina aminotransferasi bassa: cos’è?

L’alanina si definisce bassa quando è di livello molto inferiore rispetto ai valori medi. Si evidenzia con carenza di vitamina B6 o se l’allenamento dei muscoli è troppo intensivo.

Devi preoccuparti di questo indicatore quando fai l’analisi del sangue e scopri che l’alanina è molto più alta o molto più bassa dei valori normali. I valori medi sono 40 U/L per le donne e 50 U/L per gli uomini. Ai primi sintomi, non aspettare, perché l’indicazione è molto chiara.

Cosa fare se è alta o se è bassa?

La prima cosa è rivolgersi al medico, che predisporrà gli esami del sangue. Infatti, l’alanina rientra tra gli indicatori evidenziati dai documenti che si ricevono dopo l’esame.

Se assumi medicinali, rimedi naturali o qualsiasi terapia, informa il medico. In più, devi dare informazioni sulla tua attività fisica e se sei incinta. Infine, devi informare se hai avuto un intervento chirurgico o problemi al cuore. Il medico può prescrivere una dieta ricca di frutta e verdura, riso, patate, pesce, carne magra e formaggi magri. La dieta non potrà includere alcol e prodotti raffinati.

Quali sono le cure più comuni?

In generale, il medico definisce prima le cause dell’indicatore e poi procedere con la cura della malattia. Dopo che la malattia è stata sconfitta, anche i valori ritornano normali. La terapia, quindi, è personalizzata. Se soffri di cirrosi epatica legata all’alcol, sappi che il medico ti darà nella terapia anche una cura per disintossicarti dall’alcol. Così, il tuo fegato riprenderà a funzionare e i valori ritorneranno nella norma.

Negli ultimi anni, dal 2022 in poi, ci sono stati aggiornamenti importanti. Oggi si sa che anche alcuni farmaci usati per curare il Covid-19 possono far salire i livelli di alanina aminotransferasi. Alcuni antivirali e antiinfiammatori pesanti, usati nei casi più gravi, possono stressare il fegato. Per questo, chi ha avuto infezioni importanti o terapie lunghe deve controllare i valori con analisi del sangue anche dopo mesi.

Un altro tema emerso è quello del “fegato grasso metabolico”, che non è più solo legato all’alcol ma anche a obesità e diabete. Questa condizione sta diventando sempre più comune e può far aumentare l’alanina. Infine, molti studi nuovi dicono che anche lo stress cronico e il sonno scarso possono influenzare, anche se in modo meno diretto, la salute del fegato e quindi i livelli di ALT. In pratica, si consiglia di non sottovalutare mai nemmeno piccoli aumenti, specialmente se durano nel tempo, e di prendersi cura del fegato non solo con la dieta ma anche con uno stile di vita equilibrato.