Fino a qualche anno fa era conosciuto solo dagli addetti ai lavori. Oggi, Claudio Gugerotti è uno dei nomi che contano davvero in Vaticano. Diplomazia, liturgia, Chiese orientali: il suo curriculum parla da solo. E ora, dopo la scomparsa di Papa Francesco, il suo ruolo è più centrale che mai.
Dal silenzio delle nunziature ai riflettori della Curia
Classe 1955, veronese, Gugerotti è uno di quei cardinali che non fanno notizia con interviste o frasi ad effetto. Preferisce i dossier, gli incontri riservati, il lavoro di cesello. Prima di ricevere la porpora cardinalizia nel 2023, ha servito come nunzio apostolico in posti tutt’altro che semplici: Caucaso, Ucraina, Bielorussia, Regno Unito.
Chi lo conosce lo descrive come riservato, colto, preciso. Uno di quelli che si muovono con discrezione, ma che sanno tenere insieme i fili di situazioni complesse. E Papa Francesco se n’era accorto.
Un Venerdì Santo “al suo posto”
Il 29 marzo scorso, Gugerotti ha presieduto la Liturgia della Passione in San Pietro, al posto di Papa Francesco, colpito da un’influenza. Non era mai successo prima. Un gesto che ha fatto rumore tra gli osservatori vaticani: non solo per la sostituzione in sé, ma per il tipo di liturgia. Una delle più solenni. Non si affida a chiunque.
È stato, in qualche modo, un passaggio di testimone simbolico.
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Il 22 aprile è in Conclave
Dopo il decesso di Papa Francesco, avvenuto il 21 aprile 2025, il Collegio cardinalizio si è riunito in Vaticano. Gugerotti è tra i elettori, avendo meno di 80 anni. E non è l’unico veronese in Conclave: con lui c’è anche il cardinale Mario Zenari. Ma è su di lui che si concentrano gli sguardi di chi cerca una figura di equilibrio.
Un ponte con l’Oriente
Da novembre 2022, è Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali. Un incarico chiave per tenere viva la comunione tra Roma e le tante realtà cattoliche di rito orientale sparse nel mondo. Ma è anche un ruolo geopolitico: dai cristiani in Siria a quelli in Etiopia, passando per i greco-cattolici ucraini, oggi sotto assedio.
Gugerotti ha dedicato decenni a questi rapporti. Non è un teorico: li conosce da dentro.
Un messaggio forte per la Terra Santa
Poche settimane fa ha firmato una lettera indirizzata ai vescovi del mondo per la Colletta del Venerdì Santo a favore della Terra Santa. In un momento in cui quella terra soffre forse più che mai, Gugerotti ha chiesto attenzione, solidarietà, preghiera. Un gesto concreto, carico di significato.
Un “papabile”?
Ufficialmente no, ma ufficiosamente… è una figura che molti osservano con rispetto. Non tanto per il carisma pubblico, quanto per la capacità di tessere relazioni, di mantenere la calma, di comprendere le dinamiche complesse che oggi agitano la Chiesa.
In un Conclave che si preannuncia decisivo, Claudio Gugerotti non è solo un elettore. È anche una voce autorevole. E, forse, una sorpresa possibile.