Giorgia Meloni a Washington: l’incontro con Trump, l’intesa sui dazi e l’invito a Roma

Serena Comito

Giorgia Meloni a Washington: l’incontro con Trump, l’intesa sui dazi e l’invito a Roma

Non era un incontro previsto da mesi. Eppure, Giorgia Meloni e Donald Trump si sono ritrovati faccia a faccia alla Casa Bianca il 17 aprile, in un momento in cui ogni parola, ogni gesto, ha un peso politico ben preciso. E no, non è stato solo un saluto tra leader: dietro quella stretta di mano, c’era un messaggio molto più ampio.

Un dialogo diretto, senza troppi fronzoli

Meloni è arrivata a Washington con un’agenda chiara. Prima ha visto Biden, poi ha scelto di incontrare anche Trump, l’uomo che – dati alla mano – potrebbe tornare alla Casa Bianca il prossimo anno. Una mossa studiata? Forse. Sicuramente strategica.

Durante il colloquio, Trump ha lanciato una dichiarazione forte: “Ci sarà un accordo commerciale, al 100%”. E Meloni, da parte sua, ha fatto capire che è pronta a trattare. Dazi, scambi, rapporti UE-USA: tutto sul tavolo. Nessuna frase fatta, solo pragmatismo.

Difesa e sicurezza: l’Italia promette il 2%

C’è stato spazio anche per i temi caldi che riguardano la NATO. La premier italiana ha assicurato che l’Italia raggiungerà presto il famoso 2% del PIL per le spese militari. Un impegno che Trump ha sempre preteso dagli alleati. Questa volta, ha apprezzato.

Le sue parole? “Meloni è una leader eccezionale”. Non una frase detta per caso. Trump sa pesare i complimenti, e se li concede, è perché vede un vantaggio strategico.

Un invito che fa rumore

Tra un tema e l’altro, è arrivato anche l’invito. Meloni ha proposto a Trump di venire a Roma. Lui ha detto sì. Se accadrà davvero, sarà un evento ad alto tasso simbolico, soprattutto con le elezioni americane sempre più vicine.

Perché questo incontro conta (più di quanto sembra)

Molti si sono chiesti perché Meloni abbia scelto di vedere Trump dopo l’incontro ufficiale con Biden. La risposta, forse, è semplice: vuole parlare con tutti, senza chiudersi in uno schema. E forse sa che, nel mondo di oggi, serve dialogare con chiunque possa contare domani.

Il risultato? Due incontri, due stili diversi, ma una sola linea: rafforzare la presenza dell’Italia sullo scenario internazionale. A modo suo, senza retorica.

E adesso?

Ora restano le parole. Ma le prossime settimane diranno se da questo viaggio uscirà qualcosa di concreto. Un accordo sui dazi? Una visita a Roma? Una nuova linea transatlantica?

Intanto, Meloni torna in Italia con una foto che dice tutto: una stretta di mano con Trump e un’agenda ancora aperta.

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