Chi è Pubble, la youtuber che fa satira con una matita affilata

In un’epoca in cui la comunicazione è filtrata da mille precauzioni e autocensure, Pubble ha scelto di non abbassare mai la voce. Né di limare le battute. La sua satira è ruvida, diretta, a volte tagliente come carta vetrata. E proprio per questo ha trovato un pubblico che la segue con entusiasmo.

Dietro il nome “Pubble” c’è Paola Ceccantoni, nata a Roma il 26 febbraio 1987, disegnatrice, opinionista, voce scomoda e sempre libera. Da qualche anno è diventata un punto di riferimento per chi cerca una satira diversa, meno televisiva, più corrosiva. Soprattutto, più vera.

Dalle vignette sui social a YouTube

Il progetto nasce in modo semplice, quasi spontaneo. Paola inizia pubblicando vignette satiriche su Facebook nel 2019, quando l’Italia si divideva su tutto e la parola “politicamente corretto” stava diventando un dogma.

Con il suo tratto stilizzato e la sua ironia diretta, si fa notare subito. I temi? Tutti. Dalla politica all’ipocrisia social, dalla cultura pop alle storture del mondo progressista. Nessuno viene risparmiato.

Nel 2021 apre il suo canale YouTube, e lì succede qualcosa: i numeri iniziano a crescere, la community si stringe, e Pubble diventa un punto fisso per migliaia di utenti.

Oggi conta oltre 160.000 iscritti e più di 34 milioni di visualizzazioni.

Uno stile tutto suo

Pubble non urla, non fa sketch sopra le righe, non insegue le mode. La sua forza sta nella scrittura affilata, nei disegni che sembrano semplici ma colpiscono dritti dove fa male, e in una voce narrante che non chiede scusa.

Dietro le quinte c’è anche Giuseppe, il suo compagno, che cura la parte tecnica e organizzativa. Insieme portano avanti un progetto che mescola satira, cultura, osservazione sociale e dissacrazione, senza mai cercare il consenso facile.

Satira che divide, e va bene così

Pubble non è per tutti, e non vuole esserlo. Alcuni la amano per il coraggio e la schiettezza, altri la accusano di essere troppo dura, cinica o provocatoria. Ma è il destino di ogni vero satirico: non accontentare nessuno, nemmeno il proprio pubblico.

Ha scelto di essere scomoda, e non si è mai pentita di questa scelta. Anzi, sembra trovarci una coerenza che oggi manca a tanti.

La matita come strumento politico

C’è una frase ricorrente nelle interviste e nei commenti dei fan: “Ferisce più la matita della spada”. E per chi segue Pubble, non è solo una battuta.

In un panorama dove molti “creano contenuti” per piacere agli algoritmi, lei continua a disegnare per dire qualcosa. E in fondo, questa è ancora la differenza tra chi vuole visibilità e chi vuole lasciare un segno.

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