Cosa prevede il nuovo Decreto Sicurezza 2025: pene per i blocchi stradali, stop alla cannabis light e tutele legali per le forze dell’ordine

Il governo l’ha chiamato “Decreto Sicurezza”. Ma a leggerlo bene, questo nuovo provvedimento approvato il 4 aprile 2025 racconta qualcosa di più: una stretta dura su ordine pubblico e proteste, ma anche una mano tesa alle forze dell’ordine, in nome della “tutela del lavoro” svolto sul campo.

Lo ha voluto fortemente la premier Giorgia Meloni, lo ha firmato il Consiglio dei Ministri. E come spesso accade quando si toccano temi caldi come sicurezza, proteste, cannabis, le polemiche non sono mancate.

Ecco, nel concreto, cosa contiene.

Più potere e protezione per polizia e militari

Uno dei punti centrali è proprio questo: chi lavora nelle forze dell’ordine e viene indagato per atti compiuti in servizio avrà il supporto legale dello Stato.
Fino a un massimo di 10.000 euro per ogni fase del processo.
Un messaggio chiaro: “Vi proteggiamo mentre ci proteggete”.

Per qualcuno è giusto. Per altri, invece, è un modo per rendere “più intoccabili” certi comportamenti.

Blocchi stradali e ferroviari diventano reato penale

Forse il punto più discusso.
Con il nuovo decreto, bloccare una strada, una ferrovia o un passaggio pubblico non sarà più solo una sanzione amministrativa, ma un reato vero e proprio.

Chi lo fa rischia da 6 mesi a 2 anni di carcere.
Una misura pensata per dissuadere attivisti e movimenti spontanei, che spesso scelgono proprio queste forme di protesta.

Ma c’è chi grida all’attacco ai diritti civili. E non a caso, a Roma, il 4 aprile, c’è già stato un sit-in con scontri vicino a Palazzo Chigi.

Occupazioni abusive: carcere da 2 a 7 anni

Un altro punto centrale del Decreto Sicurezza 2025 riguarda l’inasprimento delle misure contro chi occupa illegalmente edifici pubblici o privati.

Il provvedimento introduce sanzioni più severe per le occupazioni a fini politici o abitativi, soprattutto se protratte nel tempo. Chi organizza o partecipa a queste azioni rischia ora condanne penali, con pene da 2 a 7 anni di reclusione in caso di recidiva. Il governo giustifica questa stretta con la necessità di tutelare la proprietà privata e il decoro urbano, mentre le opposizioni parlano di una norma punitiva che rischia di colpire fasce sociali già in difficoltà.

Il messaggio del governo è netto: “La proprietà privata si difende”.

Cannabis light? Equiparata alla droga

Colpo durissimo per un intero settore.
Con il Decreto Sicurezza 2025, la cannabis light viene equiparata a quella con effetto stupefacente.
Risultato? Vietata la vendita, la lavorazione e perfino l’esportazione.

Per molti operatori del settore, una mazzata.
Per il governo, una “necessaria correzione”.

Telecamere sulle divise: arrivano le bodycam

Ultimo punto, ma non per importanza: le forze dell’ordine avranno in dotazione le bodycam.
Telecamere indossabili per documentare gli interventi, sia per garantire trasparenza, sia per tutelare chi opera.

Una richiesta che arrivava da anni e che ora trova forma.

Proteste e opposizioni in piazza

Le reazioni? Immediate.
In piazza, a Roma, si sono ritrovati studenti, attivisti e politici dell’opposizione. PD, M5S, AVS, +Europa, CGIL.
Tutti contro quello che definiscono “un blitz”, “un attacco alle libertà”, “una deriva repressiva”.

Alcuni manifestanti hanno tentato di avanzare verso il centro, ma sono stati bloccati.
Volavano urla, bottiglie, cariche.
Il clima è teso, e non sembra destinato a raffreddarsi presto.

E adesso?

Il Decreto è operativo da subito, ma dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni.
Il Parlamento dovrà discutere ogni misura, modificarla o confermarla.

Il conto alla rovescia è partito. E il dibattito, dentro e fuori le Aule, sarà acceso.

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