Adenomesenterite: cosa mangiare, cibi da evitare, cosa significa

L’adenomesenterite infiammazione delle linfoghiandole mesenteriche, che si manifesta con dolori addominali e febbre

Il termine adenomesenterite indica con adeno la ghiandola, e con mesenterite i linfonodi presenti a livello addominale. Si tratta di una sintomatologia correlata strettamente con l’età e può sfociare in adenomesenterite acuta. I sintomi sono caratterizzati da dolore addominale diffuso e crampiforme, febbre superiore a  38.5°C, infezione delle alte vie aeree, alterazioni dell’intestino. Per una diagnosi più rapida si può ricorrere all’ecografia e agli esami ematici, che sono molto utili, tuttavia a volte non sono decisivi nel rivelare il disturbo. Più che ricorrere all’intervento, si preferisce seguire una terapia medica che prevede digiuno, terapia infusionale, graduale ritorno all’alimentazione ed eventuale antibioticoterapia. Scopriamo cosa mangiare e quali cibi evitare in caso di adenomesenterite.

Cosa mangiare con l’adenomesenterite

In caso di adenomeseterite è innanzi tutto fondamentale bere molto per reintegrare i liquidi persi con le frequenti e abbondanti evacuazioni. Bisogna bere almeno 1,5 litri di acqua naturale al giorno, oltre che bevande come tè, che hanno una azione astringente leggera, oppure camomilla, entrambi da preferire senza zucchero. Per alleviare i dolori e calmare l’infiammazione e le evacuazioni bisogna seguire una dieta costipante, per ridurre i frequenti movimenti intestinali, e remineralizzante, che reintegri i sali minerali persi con la diarrea. Ecco cosa mangiare:

  • Parmigiano reggiano 30 mesi, a ridotto contenuto di lattosio
  • Patate e carote lesse
  • Mele e banane
  • Riso e pasta in bianco
  • Pollo, coniglio e tacchino ai ferri
  • Pollo bollito, cotto al vapore o al forno
  • Yogurt bianco magro, tollerabile perché contiene poco lattosio

Per promuovere il benessere intestinale è consigliabile assumere fermenti lattici, ovvero batteri vivi e vitali, che esercitano una azione benefica e hanno la capacità di riequilibrare la microflora intestinale alterata. Associati ad una corretta alimentazione, i fermenti lattici contribuiscono a rafforzare la barriera intestinale e contrastano con efficacia i patogeni.

Cosa evitare con l’adenomesenterite

Con i sintomi della adenomesenterite, per non peggiorare i dolori addominali ed evitare che possa sfociare nella forma acuta, e infiammare l’appendicite, bisogna condurre una dieta sana ed evitare alimenti come:

  • Insaccati e carni lavorate – vanno entrambi evitati perché aumentano l’irritazione e l’infiammazione.
  • Cibi fritti e panati – cibi fritti, panati e con pastelle risultano pericolosi per il benessere dell’intestino, aumentano l’infiammazione e sono difficili da digerire.
  • Spezie – anche se sono ricche di proprietà benefiche le spezie vanno evitate quando l’intestino è infiammato. È preferibile utilizzare le erbe aromatiche per condire i piatti e un filo d’olio.
  • Alimenti in salamoia – sia i cibi in salamoia che quelli in scatola sono ricchi di conservanti e di sale e sono molto pericoloso per l’intestino irritato.
  • Caffè e alcolici –  l’effetto lassativo della caffeina accelera il transito intestinale e potrebbe peggiorare i suoi movimenti. Anche gli alcolici vanno evitati perché hanno un’azione diuretica e possono infiammare ulteriormente lo stomaco.
  • Consumare poca frutta e verdura –  evitare verdure e frutta con semi e fili, e preferire frutta e verdura cotta, passata oppure fatta a purè. La frutta va bene anche cruda e senza buccia.

Attenzione a non confondere questo disturbo

Negli ultimi anni si vedono più casi di adenomesenterite, soprattutto tra bambini e ragazzi. Di solito spunta dopo un’influenza intestinale o un’infezione virale, tipo adenovirus o enterovirus. A volte anche certi batteri, come la Yersinia, possono essere la causa. Il problema è che i sintomi non sono sempre chiarissimi: mal di pancia, febbre, magari un po’ di diarrea. Cose che possono sembrare banali ma che vanno tenute d’occhio.

Capita che venga confusa con l’appendicite, perché il dolore può essere simile, ma non è la stessa cosa. Se un bambino ha mal di pancia forte e persistente, meglio parlarne subito col medico. Una visita e magari un’ecografia possono chiarire la situazione e aiutare a evitare trattamenti inutili. La buona notizia è che nella maggior parte dei casi si risolve in pochi giorni, con un po’ di riposo, dieta leggera e tanta acqua. Dopo la fase più acuta, conviene tornare a mangiare normale con calma, evitando cibi troppo ricchi o irritanti. Anche i fermenti lattici possono dare una mano per rimettere in sesto l’intestino. Niente panico quindi, ma un po’ di attenzione sì, soprattutto se si tratta di bambini.

Utilizziamo i cookie per migliorare la tua esperienza. Privacy Policy