Fino a qualche giorno fa, il suo nome sembrava sparito dal radar dei media. E invece Laura Loomer è tornata, più rumorosa che mai. Il 2 aprile 2025 ha incontrato Donald Trump alla Casa Bianca. Il giorno dopo, tre alti funzionari del Consiglio di Sicurezza Nazionale sono stati mandati a casa. Coincidenza? Non proprio.
Laura Loomer: l’attivista che non ha mai chiesto il permesso
Classe 1993, Loomer è tutto fuorché una figura neutrale. È diventata famosa per le sue posizioni radicali: spesso etichettata come complottista, altre volte definita semplicemente “troppo scomoda”. Negli anni ha tuonato contro i musulmani, ha diffuso teorie sull’11 settembre, ha attaccato i Democratici, Big Tech e praticamente chiunque non fosse allineato con la destra più estrema.
Il risultato? Bannata da Twitter, Facebook, Uber, PayPal e persino da Lyft. Ma non si è mai fermata. Anzi, ha trasformato ogni espulsione in benzina per la sua causa.
Trump l’ascolta, e i licenziamenti partono
Il dettaglio che fa scalpore è questo: Loomer si è seduta con Trump nello Studio Ovale il 2 aprile. Il giorno dopo, sono stati licenziati Brian Walsh, Thomas Boodry e David Feith, tre membri del National Security Council.
Secondo fonti interne, è stata proprio lei a far scattare l’allarme sulla loro “mancanza di lealtà”. E mentre la Casa Bianca minimizza, Loomer rilancia: “Gliel’ho detto io. Trump ha agito per proteggere la sua squadra.”
Il caso divide l’America
Per i suoi sostenitori è una patriota che dice quello che pensa e smaschera i giochi di potere. Per i detrattori, è una mina vagante che non dovrebbe neppure avvicinarsi a un ufficio presidenziale.
Ma una cosa è chiara: se una persona come Laura Loomer riesce a condizionare le mosse del presidente, significa che ha un peso vero. Non solo mediatico. Ma politico.
E ora?
Nessun ruolo ufficiale. Nessuna carica. Solo una voce potente, polarizzante, impossibile da ignorare. Nel bene o nel male, Laura Loomer è tornata. E questa volta potrebbe restarci a lungo.
