Chi è il figlio di Paolo Villaggio? Tutto sul secondogenito dell’attore

Antonetta Del Prete

Chi è il figlio di Paolo Villaggio? Pierfrancesco, detto Piero, racconta la sua vita tra affetto, difficoltà e il legame con il celebre padre

Paolo Villaggio è stato uno degli attori comici più riconoscibili del cinema italiano. Volto del mitico Fantozzi, ma anche del professor Kranz e di Fracchia, ha lasciato un segno profondo nella cultura popolare. Scomparso nel 2017, era noto per il suo umorismo amaro e il modo unico con cui raccontava l’assurdità della vita quotidiana. Dietro l’immagine pubblica c’era anche un uomo con una famiglia. Uno dei suoi figli, Pierfrancesco Villaggio, che tutti chiamano Piero, ha raccontato com’era davvero avere un padre così famoso.

Chi è Piero Villaggio

Piero è il secondogenito del celebre attore, dopo la sorella Elisabetta. Ha 62 anni ed è sposato con Elisabetta De Bernardis, hair stylist per il cinema. Il rapporto con il padre è stato intenso, a tratti difficile. Piero lo chiama sempre “Paolo”, mai “papà”. È cresciuto all’ombra del personaggio Fantozzi: “Mi hanno sempre chiamato il figlio di Fantozzi. Direi che siamo cresciuti insieme”. Uno dei suoi ricordi più belli è legato al calcio: le partite viste insieme, lui tifoso della Lazio, Paolo della Sampdoria. Hanno girato l’Europa per seguire le squadre, anche con Berlusconi, che li invitava a vedere il Milan.

Nonostante la fama, Paolo Villaggio era una persona riservata. Frequentava pochi colleghi, tranne Gigi Reder, Tognazzi e Gassman. Piero da piccolo ha conosciuto anche i figli di questi ultimi, ma poi le strade si sono separate. Piero ha detto di non aver mai voluto fare l’attore per non sentirsi “una copia” del padre, anche se in rare occasioni ha recitato e si è divertito.

I momenti difficili

Il rapporto padre-figlio è stato segnato anche da momenti duri. Piero, infatti, ha avuto un passato da tossicodipendente. È stato in diverse cliniche, in Svizzera e negli Stati Uniti. Alla fine è stato Paolo a convincerlo a entrare a San Patrignano, portandolo lì quasi con una “messa in scena”. Piero si è arrabbiato, ma ha deciso di restare tre anni. Racconta che, pur non condividendo tutto, quell’esperienza lo ha aiutato a uscirne.

Anche nei momenti più difficili, Paolo non lo ha mai abbandonato. Quando nel 1983 la fidanzata di Piero morì per overdose, il padre fu presente. Non lo giudicò mai, non si vergognò di lui. Piero riconosce di essere stato molto viziato da suo padre: regali, viaggi, macchine. Ma quello che resta più forte è il ricordo dell’affetto. Dice che Paolo fu davvero felice in due momenti: quando ricevette il Leone alla carriera e quando Piero smise di drogarsi. Oggi Piero guarda indietro con lucidità. Dice di non aver ereditato la genialità del padre, ma ne custodisce il ricordo con rispetto. E continua a essere, per molti, semplicemente “il figlio di Fantozzi”.

Piero ha trovato un suo equilibrio lontano dai riflettori. Lavora come sceneggiatore e scrittore, collaborando a progetti che spesso richiamano il mondo del cinema senza esserne protagonista. Non rinnega il cognome che porta, ma ha sempre cercato una sua strada. Il legame con il padre resta forte nei ricordi e nelle esperienze condivise.

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