Proroga polizze catastrofali: nuove scadenze per imprese grandi e piccole

Era nell’aria. E adesso è ufficiale: l’obbligo per le imprese italiane di stipulare polizze catastrofali slitta in avanti. Il governo ha deciso di concedere più tempo, accogliendo le richieste di chi, da settimane, denunciava tempi troppo stretti e regole poco chiare.
Molti imprenditori – soprattutto quelli alla guida di realtà piccole o a conduzione familiare – avevano lanciato l’allarme: “Così non ce la facciamo”. La proroga è arrivata proprio per loro.
Chi deve fare cosa (e quando)
Il nuovo calendario divide le aziende per dimensione. Ecco, in pratica, cosa cambia:
- Se sei una grande impresa, la scadenza resta fissata al 1° aprile 2025, ma con una sorta di “tolleranza”: 90 giorni senza sanzioni.
- Le medie imprese avranno tempo fino al 1° ottobre 2025.
- Per le piccole e micro imprese, invece, il termine è rinviato al 1° gennaio 2026.
Non è l’abolizione della norma. È una boccata d’ossigeno. Un rinvio, insomma, ma l’obbligo resta.
Tutti d’accordo? Quasi
Le associazioni di categoria, come Confesercenti, hanno accolto positivamente la notizia. Secondo loro, era impensabile chiedere alle imprese di rispettare l’obbligo in tempi così ristretti, senza nemmeno aver chiarito questioni fondamentali.
Un esempio? Chi paga la polizza se il locale aziendale è in affitto? Il locatore o l’affittuario? Ancora oggi, questo punto è grigio. E il rischio è che le imprese si ritrovino a litigare su chi deve mettere mano al portafoglio.
Ma serve davvero?
In realtà sì. Negli ultimi anni, frane, alluvioni e terremoti hanno colpito duramente molte zone d’Italia. Le aziende – soprattutto le più piccole – si sono spesso trovate senza protezione, costrette a chiudere o a ricominciare da zero. La polizza non è un lusso: è una rete di salvataggio.
La proroga delle polizze catastrofali non cancella nulla. Ma dà tempo. Tempo per capire, per scegliere, per prepararsi. E forse anche per migliorare una legge che, almeno sulla carta, vuole proteggere chi lavora.